La decisione della Provincia di Treviso di autorizzare l’abbattimento di 1.050 Volpi, adulti e cuccioli compresi, in tre anni è a dir poco vergognosa. Una decisione scellerata quella dell’assessore provinciale alla caccia e cacciatore lui stesso, Mirco Lorenzon, che ha dato il via all’uccisione di 350 Volpi l’anno per il triennio 2013/2016. Il Piano triennale della Provincia di Treviso prevede in totale l’abbattimento di 1.050 esemplari. Le uccisioni avverranno anche di notte con cani da caccia e fari spianati. Queste terribili uccisioni saranno commesse anche in primavera quando le Volpi hanno i cuccioli direttamente nelle loro tane dalle quali verranno brutalmente stanate dai cani dei cacciatori.
La caccia alla Volpe, soprattutto in tana, è una della pratiche più barbare che ci possano essere. Le Volpi, mamme e cuccioli, vengono tirate a forza e a morsi fuori dalla loro piccola tana da questi cani da caccia resi inferociti dall’addestramento brutale dei cacciatori. I cani si scagliano contro le Volpi che difendono con tutte le loro forze, ma invano, i loro piccoli che fino a qualche minuto prima sono stati allattati teneramente dalla loro mamma. Una lotta impari vista la disparità numerica e i colpi inferti anche dai cacciatori con bastoni, fucili o qualsiasi cosa capita a tiro. Le Volpi vengono poi finite con un colpo di fucile, ormai esangui a terra.
Ecco che dopo le Nutrie e i Colombi, adesso la Provincia di Treviso prende di mira le Volpi e lo fa con la ridicola scusa del mantenimento degli equilibri tra specie, i danni ai campi e la perdita di qualche gallina. Una strage voluta perché le Volpi cacciano naturalmente proprio quella fauna immessa dai cacciatori sul territorio, come fagiani e lepri, per il proprio divertimento, e che i cacciatori vorrebbero “uccidere in esclusiva”. Si tratta di una crudeltà inaudita anche per i cani stessi che escono gravemente feriti e mutilati dopo le battute di caccia. In realtà si tratta dell’ennesimo regalo fatto alla lobby dei cacciatori, liberi così di sfogare la propria violenza sanguinaria nei confronti di questi animali e dei loro cuccioli.
Il paradosso è che questa assurda crudeltà viene compiuta con i soldi dei contribuenti trevigiani, già lautamente spesi per cacciare le nutrie, visto che saranno coinvolti, oltre ai cacciatori, anche il personale dell’ufficio caccia e le guardie ambientali della Provincia di Treviso.
In questo modo la Provincia di Treviso stravolge l’intero ciclo naturale che vede cacciata la Volpe, predatrice naturale di ratti e nutrie, dopo che le stesse nutrie sono state fatte oggetto di caccia dal parte della Provincia e sempre per qualche millantato danno all’agricoltura. Per questo invito la Provincia a rivedere immediatamente le sue scelte che non contribuiscono in alcun modo al mantenimento degli equilibri naturali tra le specie. Invito anche caldamente le associazioni ambientaliste e animaliste come LAV, ENPA, WWF e LIPU ad impugnare questa autorizzazione al TAR del Veneto perché viola l’attuale normativa che prevede simili interventi solo nel caso in cui i i metodi ecologici non portino ad alcun risultato.
Andrea Zanoni