Domenica inizia la stagione venatoria, e per tanti animali indifesi è l’ennesima sentenza di morte. Un’altra strage annunciata, contro creature già stremate dai cambiamenti climatici, dall’agricoltura intensiva, consumo di suolo e pesticidi.
Ma c’è una piccola, grande notizia che mi riempie di orgoglio. Quest’anno, in Veneto, Storni e Fringuelli non si possono cacciare.
Vi chiederete: perché in Liguria, in Lombardia e in Campania sì, e da noi no? Chi ha rotto le uova nel paniere ai cacciatori veneti?
Con grande soddisfazione, vi dico che sono stato io!
Anni fa, tra il 2012 e il 2013, ho combattuto una vera e propria battaglia al Parlamento europeo. Ho incontrato l’allora Commissario all’ambiente Janez Potočnik, ho parlato con il presidente della Corte dei Conti di Venezia Carmine Scarano e sono riuscito a far scattare una procedura d’infrazione contro il Veneto. Una procedura così avanzata che era arrivata alle “battute finali”, a un passo da una condanna della Corte di Giustizia Europea.
Sapete cosa avrebbe comportato? Il cosiddetto danno erariale, che avrebbe messo le mani nelle tasche degli assessori e consiglieri regionali che avessero approvato quella legge!
A distanza di 13 anni, quel lavoro ha dato i suoi frutti. Oggi, la Giunta Zaia, pur di non incappare in quella condanna salatissima, ha dovuto fare marcia indietro.
Capite l’importanza di certe battaglie? A chi si indigna per la caccia, a chi non sopporta il rumore di una fucilata, a chi soffre per un animale ferito, dico che non basta la rabbia. Dobbiamo usare un’arma molto più potente: il voto.
Il 23 e 24 novembre abbiamo l’occasione di mandare a casa chi difende questi privilegi a scapito degli animali e dell’ambiente. Alleanza Verdi Sinistra è l’unica voce che vuole abolire la caccia.
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