Invece di proporre un inutile ritorno della leva obbligatoria, la Giunta Zaia migliori quello che già c’è garantendo adeguate risorse al servizio civile regionale volontario, dato che decine e decine di richieste restano senza risposta: servono almeno due milioni di euro ogni anno.
Questo lo chiederemo con un ordine del giorno sottoscritto da noi consiglieri del Gruppo del Partito Democratico che verrà illustrato nella seduta di domani 18 settembre a Palazzo Ferro Fini, quando riprenderà la discussione in Consiglio regionale sul Progetto di legge statale per il ripristino del servizio militare obbligatorio.
La rete di solidarietà civica in Veneto è una realtà di cui andare orgogliosi. Questo capitale umano non può andare disperso, ma da tempo numerose associazioni come l’Ana (Associazione nazionale alpini) uno dei principali attori del sistema di protezione civile, hanno lanciato un allarme, segnalando difficoltà sempre maggiori nello svolgere la propria attività per mancanza di risorse, non solo economiche ribadendo la necessità di finanziare in maniera adeguata la legge regionale 18/2005 che ha istituito il servizio civile volontario.
Anche su questo settore è ora di passare dalle parole ai fatti. Nel DEFR (documento di economia e finanza) del 2018 è previsto di ‘favorire sia l’aumento del numero di progetti da parte degli enti accreditati, sia un incremento del numero di richieste da parte dei giovani aspiranti volontari di servizio civile regionale’.
Purtroppo sono solo dichiarazioni di principio, perché mancano i soldi. Nell’ultimo bando per la selezione dei progetti, ne sono stati finanziati solamente 39 su 66, di 312 volontari richiesti ne sono arrivati appena 241 e con un monte ore ridotto, da 8.158 a 5.524, ben un terzo in meno.
Numeri che non rendono giustizia ai tanti giovani che vorrebbero impegnarsi attivamente per aiutare la comunità in cui vivono. La Lega e i suoi alleati smettano di fare pura propaganda con progetti di legge dannosi, confusi e irrealizzabili(costo di 15 miliardi l’anno), pensino invece a cosa fare concretamente per dare una mano al Veneto migliore.
Andrea Zanoni