Grazie ai miei emendamenti, al Parlamento europeo abbiamo bocciato la proposta sul materiale riproduttivo vegetale della Commissione europea che voleva vietare il libero scambio e commercio di semi tra piccoli produttori. La filiera agricola deve essere resa più sicura ma senza sacrificarla agli interessi delle grandi multinazionali dell’agricoltura. I nostri coltivatori biologici, giardinieri e piccoli produttori vanno tutelati e incentivati.
Al Parlamento europeo abbiamo rigettato a grande maggioranza la proposta di regolamento relativo alla produzione e alla messa a disposizione sul mercato di materiale riproduttivo vegetale presentata dalla Commissione europea. Abbiamo dato un chiaro segnale di voler garantire la sicurezza dell’agricoltura europea e il commercio internazionale delle semi ma non a scapito della biodiversità e della libertà dei piccoli coltivatori europei di crescere e utilizzare le proprie sementi minacciata dagli interessi delle grandi multinazionali rigettando in toto la proposta della Commissione europea.
Per questo avevo presentato in commissione Ambiente ENVI una quarantina di emendamenti per tutelare le sementi insieme alle associazioni italiane ed europee che lottano per la tutela dei semi locali e dei piccoli produttori anche non registrati. Si tratta del “Plant reproductive Material law” che punterebbe a istituire un organo di controllo, l’agenzia delle varietà vegetali europee, per analizzare e approvare ogni pianta e seme coltivati in territorio europeo.
Con il lavoro fatto in questi mesi ho dimostrato che l’approccio proposto, basato su un unico modello per tutti, non soddisfa né i diversi requisiti dall’ampia varietà di materiale riproduttivo vegetale né le esigenze degli operatori, dei consumatori e delle autorità competenti.
Il biologico e i suoi operatori devono essere tutelati dalle insidie delle multinazionali e degli OGM. Mi auguro di poter continuare nella prossima legislatura il lavoro che ho iniziato nel settembre 2011 in difesa del biologico, fiore all’occhiello dell’agricoltura europea, dove la domanda supera ampiamente l’offerta e il settore registra una crescita in valore di produzione del 7-8% l’anno.
Andrea Zanoni