IL NUOVO PROGRAMMA TRIENNALE DEI LAVORI PUBBLICI DELLA REGIONE VENETO IGNORA TOTALMENTE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO E BUTTA I SOLDI DEI VENETI IN COLATE DI CEMENTO

La maggioranza di centro destra continua a sacrificare il territorio sull’altare del cemento.
Si investe ancora in nuove strade, come se fossimo negli anni ’70, quando invece dovremmo puntare tutto su mobilità sostenibile e trasporti pubblici.
In questo piano infatti non c’è una lira per la metropolitana di superficie, la SFMR, sacrificata sull’altare della Superstrada Pedemontana Veneta
Qualcuno propone 1,3 miliardi per la “Strada del Santo”, ignorando le lezioni drammatiche della SPV.
E mentre si spendono quasi 10 milioni di euro per rifare facciate e tetti dei palazzi della Regione, ci chiediamo: non sarebbe più sobrio ed economico trasferire tutto in terraferma e risparmiare milioni di fondi pubblici in manutenzioni?
Grave anche la scelta delle casse di espansione sul Piave a Ciano del Montello: un’opera da 55 milioni che distruggerà un sito dell’area Rete natura 2000 dell’UE unica al mondo, osteggiata anche da cittadini, associazioni di tutela ambientale, dal comitato locale e amministratori locali.
Per gli esperti si potevano eseguire in un’area alternativa che, però, per la presenza di vigneti di prosecco, non è stata considerata.
Per questa Giunta è meglio impattare una zona protetta piuttosto che sfiorare un vigneto di prosecco.
A fronte di tutto questo, è evidente che manca una visione: si continuano a fare scelte vecchie, miopi, scollegate dalla realtà climatica e ambientale che stiamo vivendo.
Serve il coraggio di cambiare strada. Di rompere con logiche che tutelano pochi privilegiati e danneggiano il bene comune.
Non possiamo più permetterci di restare immobili mentre il clima e il nostro territorio ci chiedono a gran voce un’altra direzione.
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