Zaia può anche ripeterlo come un mantra, ma la realtà lo smentisce: i pozzi avvelenati li ha già lasciati eccome. I veneti lo sanno bene, e lo vivono sulla propria pelle ogni giorno.
Abbiamo 300.000 cittadini contaminati dai PFAS, pozzi inquinati, una Pedemontana colabrodo che sta già creando buchi milionari nel bilancio regionale, e un sistema sanitario sempre più privatizzato, con liste d’attesa interminabili e carenza cronica di personale medico.
Zaia vanta record del suo Veneto? Eccoli:
• È il governatore più assenteista d’Italia: presente solo 12 volte su 158 sedute del Consiglio.
• Il Veneto è tra i primi per consumo di suolo, ultimo per agricoltura biologica, ma primo per uso di pesticidi: 16 milioni di chili nel 2023, cioè 3,3 kg per abitante!
• Gli scandali come il crac delle banche venete, che ha travolto 200.000 risparmiatori.
• E ha appoggiato grandi opere come il Mo.S.E. e le Olimpiadi che, tra opacità e cemento, lasceranno una perdita di biodiversità e infrastrutture obsolete, come la famigerata pista da bob.
Zaia ha costruito il consenso sulla gestione del Covid, ma ha lasciato un Veneto più fragile, più inquinato, più indebitato. E anche la promessa dell’autonomia è svanita.
I pozzi sono già avvelenati, caro Zaia. Ora serve un cambiamento radicale, che rimetta al centro ambiente, salute e trasparenza.