Giornata mondiale Vittime Amianto

Il 28 aprile cade la Giornata Mondiale Vittime Amianto, introdotta per ricordare gli effetti dell’amianto in tutto il mondo, i milioni di vittime a causa dell’utilizzo che ne è stato fatto da più di un secolo. In Europa sto facendo il possibile per rafforzare le disposizioni comunitarie in merito all’amianto ed esigere da parte dell’Italia il rispetto delle leggi già esistenti. Purtroppo mi rendo conto che non sempre in Italia questo problema viene tenuto nella giusta considerazione.

 

La delusione del nuovo “Piano nazionale sull’amianto” pubblicato nel mese di marzo 2013 è ancora forte. “Dire che le discariche, se costruite  e  gestite  a  regola d’arte, non pongono problemi in termini di salvaguardia dei profili sanitari, è un’assurdità oltre che un’affermazione perlomeno azzardata. L’amianto è una sostanza pericolosissima che non va assolutamente smaltita in discarica ma inertizzata in appositi impianti.

 

Per questo la Giornata Mondiale Vittime Amianto non è un giorno come gli altri. Migliaia, anzi milioni di persone continuano ad essere esposte quotidianamente a questa pericolosissima sostanza. E l’Italia non ne fa eccezione. Nonostante gli sforzi compiuti ultimamente, la legge n. 257/92 pur avendo vietato l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la produzione e la commercializzazione non ha tuttavia vietato espressamente l’utilizzo dell’amianto, il conferimento in discarica né pensato l’obbligo di inertizzazione.

 

Lo scorso 14 marzo al Parlamento europeo abbiamo approvato la relazione sulle “minacce alla salute dei lavoratori dovute all’amianto e prospettive di abolizione totale di tutto l’asbesto esistente” in cui si chiede una strategia UE per eliminare l’amianto da tutti gli edifici e smaltirlo in modo sicuro”. Si perché per essere assolutamente protetti dall’amianto c’è una sola cosa da fare: proibirne totalmente l’uso e inertizzare tutto quello attualmente in circolazione.

 

Ho cercato, per quanto in mio potere, di rafforzare quanto più possibile la posizione del Parlamento europeo proponendo degli emendamenti (poi approvati dall’Aula) che chiedevano, ad esempio, la bonifica di tutti i siti e le discariche e prevedere processi di inertizzazione, una stretta vigilanza da parte dell’Ue sull’applicazione della direttiva relativa alle discariche e una scrupolosa raccolta dati sulle malattie professionali dovute all’amianto.

 

Gli Stati membri devono garantire che tutti i casi di asbestosi e di mesotelioma siano registrati in una raccolta sistematica di dati sulle malattie professionali da amianto per fornire una mappatura attendibile della presenza di amianto attraverso l’istituzione di un registro obbligatorio esistente in edifici pubblici e privati, navi, treni, bunker, tunnel, gallerie, tubazioni delle reti acquedottistiche pubbliche e private, e che in detto registro siano anche chiaramente segnalate le discariche di rifiuti di amianto, in modo da evitare la movimentazione inconsapevole di questi materiali.

 

Secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) il numero di casi di malattie legate all’amianto nella sola Unione europea è compreso tra i 20.000 e 30.000 all’anno. Tutti i tipi di amianto sono riconosciuti come pericolosi per la salute dell’uomo e gli effetti nocivi a seguito dell’inalazione delle fibre di asbesto, come il tumore al polmone e il mesotelioma pleurico, possono manifestarsi addirittura dopo alcuni decenni (anche dopo quarant’anni). Mi auguro che questa giornata serva a chi di dovere per riflettere su quanto sarebbe già dovuto esser e fatto da tempo: proibire l’utilizzo dell’amianto e smaltirlo nel modo più sicuro possibile.

 

Andrea Zanoni

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