“Il giudizio della Corte dei conti -Sezione di controllo per il Veneto, come formulato nella ‘Relazione sullo stato di avanzamento e di esecuzione dei lavori per la realizzazione della Superstrada Pedemontana Veneta (terzo follow-up)’ dei magistrati Fedor Melatti e Chiara Bassolino, è chiaro e risulta impietoso, mettendo in fila, una dietro l’altra, tutte le gravi criticità di quest’opera: una sequenza impressionante di criticità peraltro note, visto che si tratta di questioni che ho denunciato già a far data 2010 con alcune interrogazioni depositate da deputato al parlamento europeo alla Commissione europea, seguite da una quindicina di interrogazioni depositate in Consiglio regionale. Il punto principale della relazione riguarda il debito che la SPV crea nei conti pubblici della Regione del Veneto, e in tal senso i dati sono espliciti: con la SPV completata a primavera dello scorso anno, dal 1° marzo al 30 novembre del 2024, la Regione ha pagato alla SIS ben 140 milioni di euro, ma nello stesso periodo gli incassi sono risultati pari a 93,5 milioni di euro con una perdita di 47,3 a carico del bilancio regionale, con conseguenti minori servizi per i veneti. I magistrati contabili evidenziano che il canone che la Regione si è impegnata a versare a SIS è variabile e parte da 165 milioni per il secondo anno, sino ad un massimo di 435 milioni l’anno, il tutto fino al 2064, con un canone medio annuo di 300 milioni”.
Lo dichiara il consigliere regionale Andrea Zanoni (Europa Verde).
“Stando alle informazioni in mio possesso – continua Zanoni – come ricavate dagli accessi agli atti da me presentate negli ultimi mesi, il totale in entrata da pedaggi annuo potrà aggirarsi sui 120/130 milioni circa, ciò significa che il buco annuo medio si aggirerà sui 170 milioni e che alla fine della concessione di 39 anni potrebbe arrivare alla strabiliante cifra di circa 6,5 miliardi di euro. Una cifra enorme se pensiamo che ad oggi il costo di realizzazione della SPV calcolato dalla Corte dei conti è pari a 2.237.814 euro, una cifra ben inferiore al buco nero che tutto inghiotte che si verificherà nel corso della concessione. A fronte di tutto questo, è allora il caso di ricordare, nuovamente, che tutto nasce da una scelta scellerata del presidente Zaia operata con il terzo atto convenzionale stipulato con la SIS del marzo 2017, addossando alla Regione il rischio di impresa, ovvero gli incassi da pedaggio legati alla variabile del flusso di traffico, garantendo invece al privato il canone, ovvero un’entrata certa”.
“Non solo – prosegue Zanoni – Zaia ha sbagliato tutti i conti perché ha preso a riferimento il flusso di traffico di 27.000 veicoli giornalieri medi, ignorando le attendibili e veritiere previsioni di BEI Banca Europea degli Investimenti e CDP Cassa Deposito e prestiti, che avevano previsto 15.200 veicoli giornalieri medi, quasi la metà: un errore imperdonabile. Come nella relazione della Corte dei conti del 2023, anche in questa si legge che la Regione non ha ancora elevato le sanzioni a SIS per i ritardi della consegna dei lavori; si tratta di sanzioni il cui ammontare complessivo potrebbe aggirarsi sui 2 milioni di euro, dato che la convenzione prevede una sanzione per ogni mese di ritardo di 25.000 euro; la relazione rileva inoltre la mancata restituzione di SIS alla Regione di 20 milioni di IVA indebitamente versata. La Corte dei Conti ha poi sottolineato che le modifiche delle tariffe con gli sconti sui pedaggi saranno utili ma non risolutive dell’enorme voragine che ogni mese si allargherà sempre di più causa dell’altissimo canone; i magistrati contabili hanno inoltre evidenziato sia i problemi della Galleria di Malo, che, fuori di metafora, fa acqua da tutte le parti, e la mancata realizzazione delle opere complementari promessa ai sindaci per defluire il traffico dai centri abitati e mai realizzate”.
“La SPV è il simbolo dell’incapacità dell’amministrazione Zaia di fare gli interessi dei Veneti e Zaia rischia di passare alla storia come il presidente che ha lasciato in eredità un dissesto finanziario che per i Veneti rappresenta un cappio al collo che di anno in anno si stringe sempre di più, fino all’ultimo respiro, causando tagli ai servizi della sanità, al trasporto pubblico e alla ciclabilità, alla sicurezza stradale – denunciano Zanoni e Masolo – Un buco finanziario quello della SPV che difficilmente potrà essere rattoppato, nemmeno nell’ipotesi di ottenimento e gestione da parte della Regione degli introiti delle altre autostrade. Se Zaia non vuole essere ricordato come un presidente fallimentare faccia gli interessi dei Veneti: rinegozi subito con la SIS una revisione della convenzione perché l’attuale assetto è insostenibile. Gli potrebbe servire anche nell’ipotesi di una futura non improbabile imputazione di danno erariale”.