Il sindaco di Paese giovedì 28 febbraio, durante il consiglio comunale ha relazionato in merito alla questione delle cave ed in particolare sull’incontro avuto il giorno prima, il ’02/27/08, a Palazzo Balbi sede della Giunta Regionale del Veneto, con l’assessore alle attività estrattive Renato Chisso e sull’incontro avuto il ’02/21/08 a Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio Regionale del Veneto, con la presidente della commissione Attività produttive ed estrattive, Giuliana Fontanella e con i consiglieri Nicola Atalmi e Pierangelo Pettenò (Sinistra Arcobaleno), Diego Bottacin (PD), Marco Zabotti (Veneto per Carraro) e Remo Sernagiotto (FI-PDL). Durante il consiglio il sindaco Mardegan ha riferito che “Chisso ha preso atto della situazione di Paese che ha dimostrato di conoscere molto bene”, “Chisso si è dimostrato indisposto alla moratoria sulle cave perché riguarderebbe tutta la regione e non solo Paese”, “Chisso ha affermato che gli approfondimenti sono possibili ma che andranno valutati attentamente soprattutto in relazione alla VIA”. Quindi dalla Giunta Regionale non è arrivata nessuna novità, ma solo conferme che a Paese l’attività di cava continuerà e che addirittura non verranno esclusi gli approfondimenti dell’escavazione proposti dalla Biasuzzi per la cava di via Veccelli a Padernello, questione questa che a Paese è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. In merito all’incontro con i consiglieri regionali, il sindaco Mardegan ha strappato alla presidente di commissione Giuliana Fontanella una promessa per un sopralluogo a Paese da parte della II e VII Commissione Consigliare che si farà dopo le elezioni di aprile; inoltre, i consiglieri Atalmi, Pettenò, Bottacin e Zabotti si sono dichiarati favorevoli alla moratoria sulle cave mentre Sernagiotto si è dichiarato contrario. Purtroppo, l’Ente amministrativo che sulle cave ha il coltello dalla parte del manico è la Giunta Regionale, – ha commentato Andrea Zanoni, Presidente di Paeseambiente – e da questa sulle cave non c’è stato nessun impegno, né formale né informale, ma solo conferme che i cavatori non verranno fermati. In un comune dove si è scavato sino al 13% del territorio agricolo superando di gran lunga il limite di legge pari al 3%, ogni attività estrattiva dovrebbe per logica essere considerata fuorilegge e pertanto bloccata immediatamente. Da Chisso abbiamo ricevuto l’ennesima conferma che con i cavatori va usato solo il pugno di ferro, mettiamo da parte le chiacchiere, i comuni dove la legge è violata comincino finalmente a fare i ricorsi al TAR, le ordinanze contro i camion di ghiaia e perché no una proposta di legge popolare sulle cave.