RICORSI AL CONSIGLIO DI STATO: LE NOTIZIE CHE ARRIVANO DA ROMA FANNO PENSARE AD UNA VITTORIA CONTRO LA PIU’ GRANDE DISCARICA DI AMIANTO D’EUROPA. OCCORRE LA MASSIMA CAUTELA E PRUDENZA, PRIMA DI CANTAR VITTORIA È DOVEROSO LEGGERE LE SENTENZE.

Il Consiglio di Stato, dopo un anno ed un giorno di attesa e dopo ben cinque udienze del 14 febbraio 2006, del 9 giugno 2006, del 23 giugno 2006, del 21 novembre 2006 e del 15 dicembre 2006, in quest’ultima ha finalmente discusso i ricorsi relativi alla più grande discarica di amianto d’Europa, la discarica “La Terra” ubicata nelle frazioni di Porcellengo e Castagnole del comune trevigiano di Paese. Sembra che l’esito sia positivo e che quindi l’autorizzazione della provincia di Treviso dell’ottobre del 2004, il presidente della quale all’epoca era Luca Zaia, fosse illegittima; pertanto, anche le decisioni del TAR del Veneto risulterebbero non corrette. Riteniamo che il condizionale sia d’obbligo, perché la vicenda è molto complessa, soprattutto sotto il profilo giuridico, essendo i ricorsi esaminati ben tre; la decisione del collegio dei Giudici del Consiglio di Stato, ovvero la sentenza, prima deve essere scritta dal relatore, poi deve essere consegnata al cancelliere, ed infine deve essere pubblicata dal cancelliere stesso, procedura che si svolge nell’arco di circa 10/30 giorni e più dalla data dell’udienza. Quello che pare certo è che i tre ricorsi sono stati finalmente esaminati (Cf. nota a termine relativa al contenuto dei tre singoli ricorsi). L’esito positivo del ricorso, anche se la discarica è chiusa dall’1 marzo 2006 grazie all’entrata in vigore della legge 23 febbraio 2006, n. 51, deve portare alla rimozione dei 100.000 metri cubi di amianto giunti in discarica tra il 2005 ed il 2006. La rimozione dell’amianto sarà fondamentale per evitare ogni contaminazione della falda acquifera, dato che le tecnologie utilizzate in questo sito riguardano le vecchie discariche. Infatti, sempre più frequentemente gli addetti ai lavori sospettano che le fibre possano colpire la salute anche tramite l’acqua. Il comune, inoltre, assieme ad eventuali altre parti lese, potrà intentare delle cause per danno ambientale. Paeseambiente sottolinea che la possibile vittoria è merito di tutti quei cittadini che in questi ultimi tre anni, a partire dalla fine del 2004, si sono mobilitati su tutti i fronti con costanza e determinazione per contrastare questa discarica, nonché dell’amministrazione comunale che ha saputo credere nell’importantissima battaglia legale e politica. Andrea Zanoni presidente di Paeseambiente ha commentato così la notizia di una possibile vittoria al Consiglio di Stato: L’esperienza in questa battaglia contro la discarica di amianto più grande d’Europa ci ha insegnato ad avere la massima cautela. Troppe volte abbiamo visto riaprire i cancelli della discarica, nonostante la loro precedente chiusura. Quindi questa volta brinderemo alla vittoria solo dopo aver letto attentamente le tre sentenze che questi tre ricorsi dovrebbero aver partorito dopo ben oltre un anno di attesa. Se la vittoria sarà confermata, ora si apre la fase due, quella relativa alla rimozione dell’amianto ed alle possibili cause giudiziarie per danni ambientali e materiali. Bisogna che a Paese arrivi l’ora che chi inquina debba pagarne le conseguenze, dato che per bonificare le discariche inquinanti ex Ecojdriet, Tiretta ed ex Sev, grazie a gravi errori del passato, noi contribuenti ora dovremmo sborsare una cifra che si aggira sui 30 milioni di Euro. NOTA: Crediamo sia utile ricordare il motivo del contendere di ciascuno dei tre ricorsi. Il PRIMO ricorso, il n.10066/2005, depositato il 14 dicembre del 2005 dai legali del comune di Paese (Avv. Salvatore Di Mattia e avv. Domenico Giuri), vedeva come ricorrente il comune di Paese contro la sentenza del TAR del Veneto, la n.2671/2005, con la quale si confermava la legittimità dell’autorizzazione della provincia di Treviso rilasciata nell’ottobre del 2004; si tratta pertanto del ricorso in appello contro l’autorizzazione della provincia di Treviso del ’10/21/2004.
Il SECONDO ricorso, il n.10065/2005, depositato il 14 dicembre del 2005 dai legali del comune di Paese (Avv. Salvatore Di Mattia e avv. Domenico Giuri), vedeva come ricorrente il comune di Paese contro l’ordinanza di sospensione del TAR del Veneto, la n.823/2005, con la quale si annullava l’efficacia della revoca dell’autorizzazione della discarica da parte della Provincia di Treviso, si tratta pertanto del ricorso in appello nato per contrastare il ricorso della ditta “La Terra” contro la revoca dell’autorizzazione della provincia di Treviso.
Il TERZO ricorso, il n.10360/2005, depositato il 21 dicembre del 2005 dai legali della provincia di Treviso (Avv. Franco Botteon e avv. Franco Giampietro) del foro di Roma, vedeva come ricorrente la Provincia di Treviso contro l’ordinanza di sospensione del TAR del Veneto, la n.823/2005,con la quale si annullava l’efficacia della revoca dell’autorizzazione della discarica da parte della Provincia di Treviso; si tratta pertanto del ricorso in appello nato anch’esso per contrastare il ricorso della ditta “La Terra” contro la revoca dell’autorizzazione della provincia di Treviso.

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