AMBIENTE: ONU, RECORD 2011 TRAFFICO AVORIO E ELEFANTI UCCISI (NEWSLETTER AMBIENTE) (ANSA) – BRUXELLES, 2 LUG – Il bracconaggio degli elefanti africani e’ al livello record toccato negli ultimi dieci anni e i sequestri di avorio registrati nel mondo sono al loro picco massimo dal 1989. A fornire l’ultimo bollettino di guerra e’ il rapporto ”Conservazione degli elefanti, uccisioni illegali e commercio di avorio” finanziato dall’Ue e pubblicato dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di flora e fauna selvatica (Cites), sostenuta dall’Onu. ”Abbiamo bisogno – afferma John E. Scanlon, segretario generale Cites – di aumentare i nostri sforzi collettivi nei paesi di origine, transito e consumatori per inertire la rotta dell’attuale andamento dell’uccisione illegale degli elefanti e del contrabbando di avorio”. Non ci si puo’ fermare ai sequestri, servono ”azioni penali, condanne e forti sanzioni per fermare il flusso di contrabbando” ha spiegato Scanlon. Il rapporto mostra diverse serie di dati del programma Cites, della rete di monitoraggio Traffic, dell’Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn). Da questi emerge che gli anni 2009, 2010 e 2011 sono stati i piu’ ‘ricchi” degli ultimi cinque anni in termini di sequestri di avorio. Il 2011 supera tutte le cifre conteggiate dal 2000, toccando la quota record di quattordici sequestri con volumi oltre gli 800 kg, per un totale di 24,3 tonnellate di avorio confiscato, cioe’ almeno 2.500 elefanti uccisi, se non di piu’. Dietro questi grandi volumi, secondo gli esperti Cites, c’e’ la mano delle reti della criminalita’ organizzata. E le fonti di informazione hanno mostrato lo stretto collegamento fra l’andamento dei sequestri e il bracconaggio degli elefanti, con l’adozione di stessi schemi lungo la filiera del traffico illegaled’avorio. La maggior parte delle preziose zanne intercettate dalle autorita’ di controllo lascia l’Africa attraverso i porti dell’Oceano indiano, soprattutto da Kenya e Tanzania, con Cina e Tailandia come principali destinazioni delle spedizione africane. La situazione viene definita ormai ”critica” e secondo Cites dimostra l’urgenza di attuare il piano d’azione per l’elefante africano messo a punto nel 2010, che prevede un investimento di 100 milioni di euro nell’arco di tre anni per tutelare le popolazioni rimaste nel continente. L’ultima conferma dell’andamento dell’uccisione illegale degli elefanti arriva dall’ultima indagine che nel marzo 2012 ha coperto 29 siti in dodici paesi africani: ha registrato un aumento del bracconaggio negli ultimi dodici mesi in 19 siti in nove paesi (Camerun, Repubblica Centro Africana, Repubblica democratica del Congo, Kenya, Gabon, Mozambico, Repubblica del Congo, Tanzania e Zambia). (ANSA). Y62-MON 02-LUG-12 12:44 NNN