Quote latte: “Le sanzioni europee per le multe non pagate le paghi Zaia di tasca propria”. L’Italia è troppo spesso oggetto di sanzioni Ue, un malcostume che inevitabilmente si ripercuote sulle tasche di tutti i cittadini italiani.
Sanzioni della Ue per le quote latte. ”Perché l’attuale governatore del Veneto, Luca Zaia, ha sempre sostenuto gli allevatori che non volevano pagare la multe, chiedendo di prorogare il pagamento delle stesse ha danneggiato di fatto gli allevatori italiani che hanno rispettato le regole?”
Se lo chiede l’eurodeputato veneto Andrea Zanoni (IdV) che invece non riesce a trovare giustificazioni razionali alla decisione del precedente governo Berlusconi, assunta su forte pressione della Lega, di concedere dilazioni sul pagamento delle multe sulle quote latte.
Zanoni concorda con quanto ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole Mario Catania sul fatto che lo Stato, in passato, abbia commesso su questo tema molti errori e leggerezze.
Fra l’altro, rileva Zanoni, la stessa Coldiretti ammette che non vi era alcun motivo valido per una ulteriore proroga del pagamento delle multe.
“Le multe vanno pagate. L’Italia troppo spesso si fa cogliere con le mani nel sacco dalla Commissione europea per la violazione di questa o quella direttiva. Questo malcostume deve finire perché poi a rimetterci sono tutti i cittadini italiani”, ha affermato l’on. Zanoni.
Nel caso delle quote latte la Commissione europea, lo scorso 10 febbraio ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale la notizia dell’apertura nei confronti dell’Italia di una procedura d’infrazione sugli aiuti di Stato per chiarire le ragioni dell’immotivata proroga di 6 mesi del pagamento delle multe sulle quote latte.
“Purtroppo a causa di Zaia e della politica delle Lega ora incombe sull’Italia un’altra sanzione, che si va ad aggiungere a quella in arrivo per la violazione della Direttiva Uccelli per il regalo della caccia in deroga e della Direttiva Ovaiole sugli allevamenti non a norma di legge.
Zaia paghi di tasca propria il prezzo delle violazioni alle direttive comunitarie volute per accontentare i suoi amici allevatori e cacciatori, non e’ giusto che siano i cittadini a pagare per gli affari altrui”.
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