L’ULS 9 DI TREVISO HA SCRITTO CHE NEL TROIAN C’E’ UNA STANZA DEI VELENI. LA CHIMICA NEL TROIAN: PAESEAMBIENTE E AMICI DEL TROIAN CHIEDONO AL SINDACO DI RENDERE DI DOMINIO PUBBLICO I DATI SULLE QUANTITA’, TIPOLOGIE E CLASSI DI PERICOLOSITA’ DEI PRODOTTI CHIMICI UTILIZZATI DALLA DITTA DELLE SERRE.

Lo scorso 23 febbraio 2007 Paeseambiente, tramite una raccomandata, ha chiesto al Sindaco di effettuare approfondite indagini sui prodotti chimici pericolosi utilizzati nella vasta area delle serre del Gruppo Padana (Cf. comunicato di pari data su www.paeseambiente.org). In seguito, il Comune ha scritto all’ARPAV e all’ULS ed ora, a distanza di mesi, è arrivata l’attesa risposta dalla quale si evince che, in seguito ad un sopralluogo dell’ULS 9, “non sono emerse irregolarità di gestione dei prodotti fitosanitari, esecuzione dei trattamenti e fasi successive” (Cf. file pdf in allegato). Quindi dobbiamo stare tranquilli e non temere nulla? Dal documento dell’ULS 9, datato 10 maggio 2007, trasmessoci dal comune lo scorso luglio, si legge però che:
1) gli operatori che attuano trattamenti fitosanitari sono in possesso di patentino, utilizzano: stivali in gomma, tute monouso in Tyvek, maschere con filtri combinati per polveri e vapori organici, guanti impermeabili;
2) alla fine dei trattamenti “all’ingresso delle serre vengono esposti cartelli indicanti l’avvenuto trattamento ed il divieto di accesso all’area trattata”;
3) i prodotti chimici sono etichettati e registrati;
4) i contenitori di questi prodotti sono smaltiti come rifiuti speciali;
5) i prodotti fitosanitari sono depositati in un apposito box metallico chiuso a chiave e alla porta dello stesso vi è apposta segnaletica con dicitura generica “VELENI”.
Un quadro poco rassicurante, dato che conferma quanto sospettato finora: i fitofarmaci utilizzati nel Troian sono così pericolosi da essere utilizzati solo da persone autorizzate con patentino al seguito, vestite come degli astronauti per non entrare a contatto con queste sostanze, tali da dover essere etichettati, registrati e chiusi a chiave in una stanza dove la porta riporta la scritta VELENI. Purtroppo, né dalla lettera del comune di Paese del ’07/25/07, né dalla lettera dell’ARPAV del ’07/19/07, né dalla lettera dell’ULS 9 del ’06/29/07 e nemmeno dal rapporto dell’ULS 9 del ’05/10/07 emergono i dati richiesti da Paeseambiente, ovvero le quantità annue, la composizione chimica, la pericolosità per la salute dei prodotti chimici utilizzati dalla Padana. Ora viene da chiedersi nuovamente come sia possibile, visti i potenti sistemi di aerazione delle serre e la presenza di vivai scoperti, evitare che questi pericolosi prodotti chimici una volta irrorati e nebulizzati in aria non vengano anche inalati accidentalmente da chi passa in quel momento, magari durante una giornata ventilata, in via Troian e via Cal dei Molini o da chi vi abita. Paeseambiente chiede al Sindaco, tutore della salute dei cittadini, di aprire quella stanza dei veleni e rendere di dominio pubblico i dati richiesti che riguardano bene o male anche la salute di chi abita e transita lungo via Cal dei Molini e via Troian. Andrea Zanoni presidente di Paeseambiente ha commentato così la risposta dell’ULS 9: Siamo alle solite, ancora una volta non ci viene detto nulla su quantità e pericolosità dei prodotti chimici utilizzati dal Gruppo Padana e non viene garantito in alcun modo che questi non oltrepassino il confine aziendale. Nell’interesse di tutti i cittadini chiediamo al sindaco di aprire quella porta e di far luce su quantità e pericolosità dei veleni chiusi a chiave. Se con la legge sulla privacy certi individui sono riusciti ad avere i dati sensibili dei sottoscrittori della petizione sul Troian, non si capisce perché i dati dei veleni non debbano entrare in possesso del primo cittadino di Paese che è per legge il tutore della salute di tutti. Mario Martinelli portavoce del gruppo degli Amici del Troian ha aggiunto: Un’inchiesta del Sole 24 Ore (20.10.’05) rivela che le serre italiane nel 2005 hanno usato 1.400 tonnellate di bromuro di metile (sostanza chimica già messa al bando dalla Convenzione di Montreal per gli effetti devastanti sull’ozono e sulla falda idrica) contro le 190 della Francia. Su richiesta, la nostra USL conferma l’estrema pericolosità delle sostanze usate dall’attività industriale delle Serre Padana. Dire che gli operatori della Padana sono al sicuro perché gazano di fitofarmaci il prodotto, vestiti da astronauti, è tacere, anzi irridere sulla loro pericolosità per le abitazioni limitrofe. Senza licenze e senza controlli la Padana ha costruito serre e vivai penetrando nella borgata come uno stuzzicadenti tra i denti, opprimendola con un’infinità di emissioni e scaricando a qualche metro dagli orti e dagli usci delle case quantità industriali di prodotti che richiedono per legge all’operatore una mascheratura totale. Ai genitori di bambini che giocano nel cortile di casa, che chiedono con apprensione garanzie sulla qualità dell’aria respirata si risponde oscenamente di stare tranquilli che tutti i cartelli di pericolo sono appesi al loro chiodo. Si può non indignarsi per questa ennesima presa per il culo?

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