La Commissione europea annuncia una procedura d’infrazione accelerata vista la gravità della situazione: 170 giorni di media di ritardo. L’eurodeputato Andrea Zanoni (PD): “Si liberino risorse per pagare le aziende italiane già alle prese con la crisi. I lavoratori non devono pagare il prezzo finale di questi ritardi”
“L’Italia deve risolvere una volta per tutte l’annoso problema degli incredibili ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione. Le nostre imprese, già alle prese con una crisi senza precedenti e una tassazione elevatissima, non possono aspettare mesi, a volte anni, per esser retribuite per un lavoro fatto”. E’ il commento dell’eurodeputato Andrea Zanoni all’avvio della procedura di infrazione all’Italia relativa ai ritardi dei pagamenti della p.a. verso le imprese, annunciata oggi a Bruxelles.
La Commissione europea ha annunciato una procedura accelerata vista la gravità della situazione: il governo avrà 5 settimane di tempo, rispetto alle normali 10, per rispondere. Se la risposta non sarà soddisfacente dopo 2 mesi partirà la lettera di messa in mora. Un rapporto di Confartigianato evidenzia che, anche nel 2013, la pubblica amministrazione italiana è stata la più lenta in Europa a pagare le imprese fornitrici di beni e servizi: con una media di 170 giorni ha superato di 109 giorni la media Ue attualmente pari a 61 giorni e di 140 giorni il limite di 30 giorni imposto dal decreto italiano di recepimento della
sui tempi di pagamento della p.a. entrato in vigore il primo gennaio scorso.
“La pubblica amministrazione italiana non può trasformarsi in una pietra al collo per quelle tante imprese, anche Pmi, che ormai navigano a vista nel mare della crisi. Il prezzo finale di questa situazione si ripercuote sui lavoratori, che o non vengono pagati o perdono il posto per la situazione della propria azienda. Aver emanato un decreto non basta, bisogna applicarlo. Le spese inutili delle p.a. devono essere tagliate affinché le risorse vadano a chi ha lavorato entro un lasso di tempo ragionevole”, aggiunge Zanoni.
“Infine non possiamo proprio permetterci l’ennesima procedura di infrazione che costerebbe all’Italia centinaia di migliaia di euro al giorno, una cifra che, come ha detto il Commissario Ue Tajani, ammonterebbe a 3-4 miliardi di euro, insomma un anno di Imu”, conclude l’eurodeputato.
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