Biomasse a Pederobba (TV), due interrogazioni a Bruxelles

L’Eurodeputato ambientalista Andrea Zanoni presenta due interrogazioni alla Commissione europea sul progetto di cogeneratori a biomasse a Pederobba (TV). Dubbi sulla sostenibilità energetica e paura per l’impatto inquinante. “L’aria e il suolo della provincia di Treviso sono già abbastanza inquinati

 

A Pederobba piove sul bagnato. I due cogeneratori a biomasse approvati dalla Regione e sulla cui  sostenibilità ambientale nutro seri dubbi, non faranno altro che peggiorare la qualità dell’aria nella provincia di Treviso già precaria”. È la dura bocciatura del progetto a biomassa di Pederobba (TV), approvato lo scorso giugno dalla Regione Veneto, di Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e membro della commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, che ha presentato due interrogazioni alla Commissione europea. “Chiedo all’Ue un parere sulla reale sostenibilità energetica di questo progetto nonché un’analisi delle possibili ricadute sulla salute dei trevigiani, causate dalla messa in funzione di un simile impianto in un contesto di grave inquinamento dell’aria e costante violazione della direttiva Aria come quello trevigiano”.

 

Sotto accusa i due cogeneratori a biomasse, uno alimentato a oli vegetali da 999 kW di potenza e uno a legno e tralci di vite da 490 kW, approvati dalla Regione nonostante nella zona siano già presenti numerose aziende di stampaggio plastica e un’industria insalubre di classe 1 (cementificio/co-inceneritore) autorizzata a bruciare 60.000 tonnellate di petcoke e 60.000  tonnellate di pneumatici triturati annui, impianti che già immettono in atmosfera ingenti quantità di prodotti della combustione.

 

A Treviso l’aria è già irrespirabile, come testimoniano i dati allarmanti dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV) che registrano il superamento costante del limite di legge dei 35 giorni annui relativi allo sforamento dei limiti di Pm10 concessi”, attacca Zanoni, che ricorda come “la continua violazione della direttiva Aria da parte dell’Italia ha portato alla recente condanna dell’Italia stessa da parte della Corte di Giustizia UE il 19 dicembre 2012”.

 

L’eurodeputato denuncia a Bruxelles che “trattandosi di impianti con una potenza inferiore ad 1 MW, la normativa italiana non prevede nessuna valutazione d’impatto ambientale VIA, ma in questo modo non si considera minimamente l’effetto cumulativo con gli altri impianti esistenti già fonte di inquinamento per l’aria e il suolo della zona”.

 

Dubbi anche sulle reale sostenibilità energetica del progetto.  “L’impianto è stato autorizzato nonostante sprechi quasi completamente la componente di energia termica generata che viene dissipata in aria con l’ausilio di dissipatori che vanificano di fatto la cogenerazione dell’impianto”, spiega Zanoni, che lamenta anche le scarse informazioni sulla tipologia e la provenienza dell’olio vegetale che verrà usato come combustibile. E non è finita qui. “La Regione Veneto autorizzato di decine di questi cogeneratori che si avvalgono degli incentivi statali di “conto energia” destinati a sostenere fonti energetiche rinnovabili. Insomma soldi pubblici che vanno a finanziare un progetto che è tutto tranne che rinnovabile”.

 

Ancora una volta le autorità locali venete, con la sponda della Regione, approvano infrastrutture che guardano al passato invece che al futuro non facendo altro che inquinare ancora di più l’aria che respiriamo tutti i giorni. Ancora una volta dobbiamo chiedere all’Europa di intervenire per proteggere la nostra salute”, conclude l’eurodeputato.

 

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