Venezia, 12 settembre 2025 – La richiesta del Direttore Generale dell’ULSS della Marca, Francesco Benazzi, di istituire un presidio fisso delle forze dell’ordine nei pronto soccorso per contrastare le aggressioni al personale sanitario è un sintomo preoccupante di una Sanità veneta che non funziona. Lo dichiara il Consigliere Regionale Andrea Zanoni (AVS), che da tempo denuncia le criticità del sistema sanitario della Regione. Zanoni sostiene che la soluzione non può essere l’impiego di forze dell’ordine, ma un intervento radicale sulle cause che scatenano la violenza, come l’affollamento e i tempi di attesa interminabili.
“La proposta di Benazzi è un grave errore di valutazione”, afferma Zanoni. “Mettere un poliziotto o un carabiniere per ogni turno nei pronto soccorso non risolve il problema. È come mettere un cerotto su una ferita che ha bisogno di un’operazione. Se i cittadini aggrediscono il personale è perché sono esasperati da ore di attesa, da un sistema che li costringe a subire un’odissea per ricevere cure. La causa profonda di queste aggressioni è la carenza di medici e infermieri, unita all’assenza di servizi territoriali efficienti. Non si possono curare i sintomi se non si interviene sulla malattia.”
Secondo Zanoni, il problema è il risultato diretto delle politiche sanitarie della Giunta Zaia. Con quasi 700.000 veneti senza medico di base e migliaia di cittadini solo nella provincia di Treviso in questa condizione, i pronto soccorso si trasformano in un’ancora di salvezza per chi non ha alternative. “I cittadini sono costretti ad andare al pronto soccorso anche per problemi di bassa entità perché non c’è più la guardia medica o il medico di famiglia,” spiega Zanoni. “Questo crea un sovraccarico insostenibile e una tensione costante che, come dimostrano i fatti, può degenerare in violenza. A Paese, per esempio, la guardia medica è chiusa da quattro anni, mentre la ‘Casa di Comunità’, promessa mesi fa, è ancora in alto mare. Benazzi e la sindaca avevano garantito che sarebbe partita a giugno, ma non se ne vede traccia, e questo vale anche per altre strutture previste nella Marca.”
La soluzione non è la repressione, ma la prevenzione. Zanoni conclude ribadendo che la sicurezza del personale sanitario è una priorità, ma che questa sicurezza può essere garantita solo attraverso un investimento massiccio nella medicina territoriale. “Servono più medici, più infermieri, più fondi per ripristinare i servizi essenziali chiusi o depotenziati negli ultimi anni,” conclude il Consigliere. “Solo così si può decongestionare i pronto soccorso e dare risposte concrete ai cittadini, riducendo stress e aggressioni. Le forze dell’ordine sono importanti, ma il loro posto non è in un reparto di emergenza intasato per mancanza di programmazione politica. Quello che serve è una Sanità funzionante e funzionale, non dei presidi militarizzati per nascondere le proprie falle.”