Ho appreso dall’articolo del Gazzettino del 19 ottobre scorso che il capogruppo di maggioranza del comune di Paese, Roberto Foffani, ha annunciato che in questo comune si costruiranno ancora case in quantità considerevole, in particolare lungo un asse di quattro chilometri parallelo alla ex statale Castellana e in una fascia compresa tra via Trieste, via Panizza e via San Luca per 100.000 metri quadri.
Sembrano annunci di altri tempi, quando il politico di turno che si accingeva ad affrontare le elezioni, per mantenere la poltrona prometteva ai propri cittadini di edificare i terreni di loro proprietà traendone importanti vantaggi economici. In una situazione nella quale il mercato dell’edilizia è saturo, la crisi dei mutui e delle banche è galoppante, la crisi economica impedisce ai più l’acquisto di una nuova casa, pensare di far partire in modo così massiccio la cementificazione in un comune dove anche i grossi gruppi dei palazzinari, come l’Emerald a Castagnole, sembrano paralizzati, appare proprio illogico, irrazionale e fuori luogo.
Se a questo aggiungiamo che il conseguente incremento di residenti avviene in un capoluogo che conta già 10.000 abitanti, che a Paese esiste un problema cronico di traffico, misurabile da tutti quotidianamente ad ogni semaforo, incrocio e passaggio a livello, che per queste nuove aree serviranno strade e servizi primari che graveranno sulle casse comunali già al collasso, questo progetto di ulteriore espansione residenziale e di popolazione sembra proprio una follia. L’ultimo aspetto che vorrei toccare è quello che riguarda il territorio e l’ambiente; all’amministrazione comunale di Paese bisognerebbe chiedere come si fa ad opporsi alla distruzione di campagne e territorio ad opera dei cavatori e dei florovivaisti e poi, addirittura, a sollecitare la distruzione delle stesse campagne ad opera dei palazzinari. Sarebbe molto più sensato proporre piani per il recupero del patrimonio edilizio esistente, per la sua riqualificazione e per l’incentivazione di interventi volti al risparmio energetico e alla riduzione delle emissioni in atmosfera. Solo in questo modo si potrebbero aiutare le miriadi di piccole e medie imprese locali che fra poco si troveranno senza commesse in attesa che la bolla immobiliare si sgonfi sperando che non scoppi fragorosamente.
Perché poi affannarsi a tranquillizzare i cittadini sull’edificabilità dei loro terreni?
In questo modo si illudono anche i possessori di aree inserite nelle zone di espansione del PAT ben sapendo che i piani di intervento potranno accontentare solo pochi.
Fortunatamente i cittadini di Paese hanno capito che per vivere in maggior sicurezza, con meno traffico, con meno inquinamento, con meno code agli sportelli, in un comune dalle finanze più sane, bisogna porre fine alla rincorsa del mattone, è ora di dire basta! Andrea Zanoni – Presidente di Paeseambiente