Nel 2022, la Regione Veneto aveva promesso un Codice etico per i cacciatori, da adottare entro un anno. Oggi, dopo oltre due anni, di quel codice non c’è più traccia.
Ho presentato un’interrogazione per sapere che fine abbia fatto e perché la Giunta non rispetti nemmeno quanto deciso dalla sua stessa maggioranza. Ma la verità è semplice: nella caccia non c’è nulla di etico!
Lo dimostra l’uso dei richiami vivi detenuti in piccole e luride gabbiette, le gare con grossi cani segugi in pieno periodo riproduttivo delle lepri (che siamo riusciti a far sospendere), gli appostamenti di caccia che in ambienti protetti in deroga a leggi edilizie e paesaggistiche, sparare e ferire migliaia di animali destinati a morire di stenti, cacciare in terreni di privati senza chiedere il loro permesso e tanto altro ancora.
In un Veneto già devastato da pesticidi, PFAS, consumo di suolo e crisi climatica, la fauna selvatica è sotto attacco anche per estati torridi e siccità, accade sotto gli occhi di tutti tranne che della destra che lo nega.
Ma questa politica regionale continua a strizzare l’occhio al mondo venatorio, concedendogli di tutto.
Preso atto dello scenario climatico e ambientale in cui abbiamo cominciato a vivere l’unica
Caccia “etica” sarebbe quella abolita pere legge.