Nei Colli Euganei è stata uccisa una femmina di cinghiale in lattazione con un foro all’orecchio compatibile con la rimozione di una marca identificativa da allevamento. Un fatto gravissimo, già segnalato lo scorso anno, che prova le immissioni illegali deliberatamente pilotate per giustificare la caccia in un’area protetta: il Parco Colli Euganei.
Ma i cittadini devono anche sapere che i cinghiali oggi presenti non sono autoctoni: provengono dall’Est Europa, introdotti proprio a scopo venatorio. Scelta scellerata poiché questi esemplari sono più grandi e prolifici. E infatti i danni all’agricoltura, alla sicurezza stradale, alla biodiversità e i rischi legati alla peste suina africana sono sotto gli occhi di tutti.
Ho presentato un’interrogazione in Consiglio regionale per sapere:
• quanti siano gli allevamenti di cinghiali autorizzati in Veneto,
• quali controlli vengano effettuati,
• e se si intenda aprire un’indagine sulla provenienza dell’esemplare abbattuto.
Non è accettabile che i costi della gestione dei danni e del contenimento ricadano sui cittadini. Chiedo che venga vietato l’allevamento di cinghiali a livello nazionale: un’attività che genera più danni che benefici. E a pagare i danni da cinghiali dovrebbero essere coloro che per scopi venatori li hanno introdotti legalmente nel passato e illegalmente adesso.
Come Europa Verde proponiamo la sterilizzazione controllata per tutelare la biodiversità del Parco, parte di Rete Natura 2000. Non si può continuare ad affidare la gestione a chi ha contribuito a creare il problema.
È ora di agire. Servono scelte coraggiose e responsabili, per la natura, la sicurezza e la salute pubblica.