Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato una legge per la “promozione della cultura del cavallo”, stanziando 200mila euro di cui definirne il senso è veramente arduo.
Questa legge infatti ribadisce l’esistente e cioè mette in campo iniziative che potevano già essere tranquillamente attuate sulla base delle leggi regionali vigenti.
La vera svolta ci sarebbe stata con l’ordine del giorno che ho presentato, sottoscritto anche dal collega Masolo, per chiedere di riconoscere il cavallo come animale d’affezione e vietarne quindi la macellazione.
La maggioranza è andata su tutte le furie.
I cavalli sono compagni di percorsi terapeutici, sportivi e affettivi. Come si può giustificare che vengano uccisi per essere mangiati?
Promuovere davvero la cultura del cavallo significa riconoscerlo come essere senziente, vietarne la macellazione, l’importazione e l’esportazione a tale fine. Non è accettabile che venga trattato come merce.
Un risultato almeno l’abbiamo ottenuto: grazie a un nostro emendamento approvato, è stato inserito nel testo che il cavallo deve essere rispettato in quanto essere senziente, e ne va garantito il benessere evitando ogni forma di abuso o sfruttamento. Un passo importante, ma non sufficiente.
Il nostro ordine del giorno sul divieto di macellazione purtroppo è stato bocciato.
In aula, eravamo gli unici dell’opposizione a difendere davvero i cavalli e cosi gli unici due voti a favore della tutela del cavallo sono stati quelli di Europa Verde.
Questa legge non aggiunge nulla. È solo una bandierina, un titolo vuoto che testimonia ipocrisia e incoerenza.
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