Caso Mestrinaro, fermiamo chi inquina il Veneto

Blitz alla Mestrinaro di Zero Branco (TV). Si parla di “associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti pericolosi”. Adesso Zaia blocchi l’autorizzazione al nuovo centro smaltimento rifiuti, l’ARPAV intervenga per evitare la contaminazione dell’ambiente e tutelare la salute dei cittadini.

E’ importantissimo e fondamentale che gli inquirenti stiano indagando sul traffico di rifiuti pericolosi che hanno portato al blitz di mercoledì alla Mestrinaro di Zero Branco. Mi auguro che, parallelamente, l’ARPAV intervenga per scongiurare qualsiasi inquinamento nell’ambiente circostante e tutelare la salute dei cittadini. Invito invece il Governatore del Veneto Luca Zaia a prendere una decisione sensata non concedendo per la terza volta il via libera al centro per il trattamento di rifiuti speciali sempre della Mestrinaro. L’11 aprile un blitz ordinato dalla Procura distrettuale antimafia di Venezia ha visto una cinquantina di carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico) di Venezia e Treviso nell’azienda Mestrinaro di Zero Branco e che ha portato al sequestro cautelativo di due capannoni contenetti i rifiuti pericolosi incriminati.

Secondo le accuse, l’azienda comprava i rifiuti inquinanti da altre ditte come la Intesa 3 di Susegana Ponte e la Adriatica Strade Costruzioni generali. Poi, però, non li smaltivano ma li rivendevano come rifiuti inerti utilizzati per i sottofondi stradali tra cui, appunto, la terza corsia della A4. In tutto, la Mestrinaro avrebbe trattato 40 mila tonnellate di rifiuti illeciti. Indagate cinque persone: Lino e Sandro Mestrinaro, Italo Battistella, dipendente dell’ufficio ambiente della ditta di Zero Branco, Loris Guidolin di Adriatica e Maurizio Girolamo di Intesa 3.

 
Che ci sia del marcio a Zero Branco e un possibile traffico illecito di rifiuti pericolosi in Veneto, per i cittadini della regione non è di certo una sorpresa. Per questo sono intervenuto, per quanto in mio potere, in sede europea per fare luce, ad esempio, su cosa è finito sotto il manto della Valdastico Sud (Interrogazione) o per bloccare la concessione dell’autorizzazione della Regione Veneto al nuovo progetto di trattamento di rifiuti speciali sempre a Zero Branco (Interrogazione), autorizzazione già bloccata per due volte dal Consiglio di Stato Nel caso dell’autostrada Valdastico Sud, realizzata in provincia di Vicenza, la Commissione europea preferì attendere nel dare la risposta l’esito delle indagini di ben due procure italiane (una delle quali la Procura Anti-Mafia di Venezia), in seguito a denunce presentate da un comitato locale di cittadini. Va precisato che quei rifiuti sarebbero stati trasportati sul posto proprio dalla Mestrinaro.

Mi auguro che questa sia la pietra tombale del nuovo insediamento della Mestrinaro e che si arrivi presto alla demolizione dei suoi capannoni. Sono molto preoccupato per i materiali sotto sequestro anche perché spesso accade che le aziende dichiarano fallimento e poi lasciano alla collettività i costosissimi oneri dello smaltimento di questi rifiuti come è successo alla discarica di SEV di Padernello (TV), dove ci sono 20mila tonnellate di rifiuti tossici abbandonati, e alla la C&C di Pernumia (PD) (Sopralluogo e Consegna petizione a Bruxelles) e alla Galvanica – Ex Tricom – di Tezze sul Brenta (VI) (Interrogazione e Sopralluogo).

 
Sono vicino ai cittadini e ringrazio i comitati per il loro impegno a difesa del territorio profuso negli anni. Mi auguro che l’Agenzia Regionale per la Protezione e la Prevenzione Ambientale intervenga immediatamente per scongiurare qualsiasi propagazione di sostanze nocive alla salute nell’ambiente circostante alla Bertoneria a Zero Branco (TV). Infine invito le associazioni di tutela ambientale, il comitato dei cittadini, e l’amministrazione comunale di Zero Branco, la Provincia e la Regione a costituirsi parte civile contro la Mestrinaro nel caso in cui si arrivi al processo.

Andrea Zanoni

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