Ieri al Parlamento europeo abbiamo preso di petto il benessere degli animali. Regole più severe per la loro tutela negli allevamenti e passi importanti per la protezione degli animali di affezione. Ma si può e si deve fare molto di più. Abbiamo mandato un chiaro segnale alla Commissione europea, vero esecutivo comunitario, che la protezione degli animali non è un argomento secondario. Adesso ci aspettiamo risposte concrete.
Con il voto di ieri, abbiamo approvato a Strasburgo (474 favorevoli, 82 contrari, 17 astenuti) la relazione di Marit Paulsen (liberale, svedese) “sulla strategia dell’Unione europea per la protezione e il benessere degli animali 2012-2015” e la risoluzione della commissione Petizioni (dopo migliaia di richieste popolari) “sulla definizione di un quadro giuridico dell’UE per la protezione degli animali domestici e degli animali randagi”.
Il primo testo chiede controlli più rigorosi sul rispetto delle norme per il benessere degli animali da parte di tutti gli Stati membri, vere e proprie sanzioni per la violazione delle regole e l’eliminazione delle “scappatoie” esistenti. Prima di tutto, a seguito di un emendamento che ho presentato in commissione Ambiente, viene stabilito che l’articolo 13 del trattato Lisbona, che definisce “senzienti” tutti gli animali”, è di portata generale e, in quanto tale, prevale giuridicamente rispetto a tutte le politiche del mercato interno.
Fondamentale, inoltre, allargare gli standard sulla tutela animale anche ai Paesi terzi. Si esorta anche la Commissione europea ad accelerare la sua valutazione relativa all’etichettatura della carne ottenuta da animali macellati senza stordimento (574 favorevoli, 82 contrari) per offrire tutte le indicazioni al consumatore finale.
E poi ancora la sperimentazione animale. Chiediamo alla Commissione di adottare quanto prima una strategia a livello Ue per lo sviluppo di metodi alternativi alla sperimentazione sugli animali per scopi scientifici e di bloccare tutte le deroghe ai test per i cosmetici.
Infine i giardini zoologici. Desta preoccupazione il fatto che la Direttiva Ue sugli zoo resti sostanzialmente inapplicata in Europa e che in Italia solo 8 strutture su 100 hanno regolare licenza.
Con la risoluzione comune approvata chiediamo una migliore protezione degli animali da compagnia e degli animali randagi, che attualmente non sono coperti da alcuna normativa europea. La nuova legislazione dovrebbe promuovere la responsabilità dei proprietari di animali, vietare canili e rifugi senza licenza, applicare sanzioni severe in qualsiasi Paese dell’Ue che non rispetta le regole e fornire un’adeguata formazione agli operatori pubblici. E’ di vitale importanza fornire tutti i 100 milioni di cani e gatti europei di appositi microchip per gestirne la popolazione. Le stragi di cani in Ucraina e Romania e la moria dei cuccioli sequestrati al commercio clandestino dell’Est Europa come accaduto recentemente a Monselice in provincia di Padova, devono diventare un lontano ricordo.
Un’Europa civile, quando parla di animali, non può accettare pratiche barbare e incivili come vivisezione, caccia e corrida, attività alle quali possiamo e dobbiamo rinunciare subito senza nessuna ripercussione negativa sui cittadini europei. Adesso aspettiamo la reazione della Commissione europea. Di sicuro non ci accontenteremo più di sterili promesse. Con il voto di oggi abbiamo detto chiaro e tondo che quello che ci aspettiamo sono fatti.
Andrea Zanoni