Si è chiusa da poco la stagione venatoria. Il bilancio? 53 persone tra morti e feriti, tra cui anche cittadini estranei alla caccia. E poi un ambiente sempre più impoverito: chi ricorda il passato sa bene quanto siano cambiati i nostri cieli e i nostri boschi. Un tempo erano pieni di vita, oggi il silenzio della natura è sostituito solo dal rumore delle attività umane.
Stare all’aperto oggi significa fare i conti con tutto ciò che è prodotto dall’uomo come logica conseguenza del trattare l’ambiente e la fauna come un supermercato.
La caccia è complice di questo disastro, che non ha ripercussioni solo sull’ambiente, ma anche su costi economici e sociali: danni a proprietà private e pubbliche, regole spesso piegate agli interessi di chi spara, ricorsi continui per bocciare calendari venatori scritti su misura per i cacciatori.
Il Veneto è da record: ogni anno il TAR annulla provvedimenti illegittimi sulla caccia.
Anche per quest’ultima stagione il Tribunale Amministrativo Veneto ha emesso più provvedimenti contro il calendario venatorio e uno sul Piano faunistico venatorio.
Nonostante ciò la politica continua a fare favori alla lobby venatoria.
Per di più la Lega e Fratelli d’Italia vogliono risolvere il problema eliminando controlli e controllori, attaccando ISPRA, l’ente che tutela la fauna con pareri scientifici.
Noi di Europa Verde non lo permetteremo: le istituzioni sono al servizio dei cittadini, non di una lobby.
I cacciatori ne prendano atto. Noi continueremo a difendere la natura e il diritto di tutti a un ambiente sano.