A CASTELFRANCO VENETO NONOSTANTE LE TRE ALLUVIONI DEL 2024 IL PROTOCOLLO EMERGENZE CON I VARI ENTI E’ FERMO AL 2007 MENTRE IL PIANO COMUNALE DELLE EMERGENZE AL 2021

A Castelfranco Veneto ogni volta che piove la gente ha paura.
L’emergenza climatica sta moltiplicando i fenomeni meteo estremi che stanno diventando una consuetudine. E benchè il comune trevigiano sia da molto tempo esposto al rischio alluvioni, le misure di prevenzione sono ferme da anni.
Nel 2024 ci sono stati ben tre episodi di esondazione del torrente Avenale:
il 16 maggio, con un’allerta rossa arrivata due ore dopo l’alluvione;
il 25 giugno, senza alcun preavviso ai residenti;
il 23 settembre, con avvisi a macchia di leopardo via Telegram e altoparlante.
Ho verificato: il Piano comunale di protezione civile è fermo al 2021 e il protocollo d’intesa tra i vari enti per la gestione del nodo idraulico risale addirittura al 2007!
In tre incontri che ho avuto con i cittadini alluvionati di Castelfranco, mi hanno raccontato di notti insonni a ogni allerta meteo, di famiglie che non vanno più in vacanza per paura di lasciare case e anziani soli.
Solo nel primo evento del 16 maggio 85 famiglie hanno denunciato danni per oltre 2,6 milioni di euro, e 36 aziende produttive per altri 2 milioni.
Tutto questo è inaccettabile.
Ho presentato un’interrogazione in Consiglio regionale per chiedere:
• se la Regione ha effettuato verifiche su quanto accaduto,
• quali responsabilità ricadano su Comune, Protezione civile e Consorzio di bonifica,
• perché il protocollo del 2007 non sia mai stato aggiornato,
• e quali risorse la Giunta intenda mettere in campo per tutelare finalmente i cittadini.
A Castelfranco, come in tante zone del Veneto colpite dal maltempo in questo periodo, non possiamo più vivere nella paura. La prevenzione va fatta prima, non dopo i disastri.
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