48 ore di detenzione per aver testimoniato il sacrosanto diritto alla vita dei piccoli beagle rinchiusi nel lager di Green Hill. Questo il prezzo che hanno pagato 12 coraggiosi manifestanti provenienti da tutta Italia, tra cui anche una trevigiana, che lo scorso 28 aprile si sono recati a Montichiari (Brescia), per urlare ancora una volta: BASTA alla VIVISEZIONE!
Oggi questi cittadini hanno giustamente ritrovato la libertà, ma sembra che la magistratura abbia imposto loro di non recarsi più nei pressi del laboratorio di morte. Ne prendiamo civilmente atto ma – sia chiaro – la profonda sensibilità, la passione che muove gli animalisti non può essere fermata.
Ecco perché il prossimo 8 maggio ci siamo dati appuntamento in tante città, italiane e non, per partecipare alle manifestazioni della GIORNATA MONDIALE CONTRO LA VIVISEZIONE, per andare ad urlare, pacificamente, il nostro NO ALLA VIVISEZIONE: basta, basta uccidere.
Come semplice cittadino e come deputato al Parlamento europeo mi sono recato personalmente più volte a Green Hill (video), ho lanciato in più occasioni una serie di appelli pubblici per chiedere la chiusura di questo laboratorio di morte e mi sono anche rivolto ufficialmente alla Commissione europea (video). Ma è bene che sia sappia: ad oggi, non ci sono possibilità di intervenire a livello UE. La direttiva 86/609/CEE sulla vivisezione, infatti, ipocritamente denominata “direttiva relativa alla protezione degli animali utilizzati a fini sperimentali e ad altri fini scientifici”, che verrà abrogata dalla direttiva 2010/63/UE a decorrere dal 1° gennaio 2013, NON vieta, purtroppo, questa barbara pratica.
La verità è che in Europa la maggioranza degli Eurodeputati, così come i Ministri responsabili dei 27 Stati membri, accettano la logica del profitto dettata dalle potenti case farmaceutiche. A livello UE, quindi, la vivisezione è stata solo maggiormente disciplinata, ma resta ancora drammaticamente, perfettamente legale.
Se quindi vogliamo veramente far chiudere definitivamente Green Hill dobbiamo agire solo e soltanto su di un piano nazionale. È una questione di volontà politica, come sempre, come per tutte le cose.
Basta con questi politici che ora si scoprono tutti “sinceramente” animalisti, pensando stupidamente di “accaparrare” i loro voti alle prossime elezioni. Il mondo degli animalisti, quelli veri, conosce perfettamente queste basse logiche, sa bene chi condivide, veramente, la stessa sensibilità e chi “fa finta” e segue semplicemente un filone alla moda… Al di là di tanti proclami dal sicuro effetto mediatico, se si volessero veramente salvare i piccoli cuccioli beagle, le autorità competenti potrebbero attaccarsi alle violazioni amministrative riscontrate nei mesi scorsi dagli organismi di controllo, in modo da revocare le necessarie autorizzazione con la conseguente chiusura del laboratorio.
Il dato di fondo è che la direttiva europea è una legge ingiusta, contraria alla sensibilità di milioni di cittadini europei e per questo va cambiata. Ma le norme europee, così come quelle che disciplinano la vita nel nostro Paese, non sono mai “imposte dal cielo”: sono, piuttosto, il risultato di una precisa volontà politica. Persone sbagliate hanno permesso che oggi abbiamo una legge sbagliata, la stragrande maggioranza dei politici italiani e europei ha avallato questa famigerata scelta.
Basta uccidere. Metodi alternativi, rispettosi della vita dei nostri amici animali e sicuri da un punto di vista scientifico, già esistono, anche se le massicce campagne di disinformazione portate avanti dalle potenti lobby farmaceutiche dicono il contrario. È arrivato il momento di invertire drasticamente la rotta. L’8 maggio, in qualunque città saremo, dobbiamo dire BASTA ALLA VIVISEZIONE: è una questione cruciale di civiltà.
Andrea Zanoni