Per 17 mesi la mia interrogazione è rimasta senza risposta. Evidenziando le gravi criticità, chiedevo alla Regione Veneto di valutare seriamente i rischi ambientali connessi al mega-villaggio turistico di Valle Ossi, alla foce del Piave, messi nero su bianco anche dalla LIPU.
Oggi la risposta è arrivata, ma non alla mia interrogazione. È arrivata invece l’autorizzazione alla costruzione del villaggio turistico.
Per l’ennesima volta il cemento è stato messo davanti alla tutela del territorio.
Il Piave è stato definito da Zaia stesso un “sorvegliato speciale” per il rischio idrogeologico. L’assessore all’Ambiente lo chiama il “tallone d’Achille della regione”.
E allora perché autorizzare un progetto faraonico da 94 ettari e 12.000 presenze giornaliere proprio lì?
La Laguna del Mort, area protetta a livello europeo, rischia di perdere biodiversità sotto la pressione turistica. Ma evidentemente 170 milioni di euro di investimento valgono più della tutela dell’ambiente: un bel favore a pochi imprenditori del turismo alla faccia della programmazione!
In tutti questi anni di governo leghista ogni angolo prezioso del nostro territorio non ancora cementificato ha subito lo stesso destino in nome dello sfruttamento economico per il guadagno di pochi e il sacrificio di tutti.
Dalle pianure ad alta quota alle oasi marine i cittadini veneti hanno subito lo scippo del loro territorio con decisioni calate dall’alto che ignorano ogni evidenza scientifica.
Ambiente, paesaggio, biodiversità sono patrimonio di tutti e il dovere di chi governa è la salvaguardia del territorio, il rispetto dell’ambiente per la sopravvivenza stessa del Pianeta.