150.000 firme per la pesca sostenibile in Europa

 

Il sovra sfruttamento degli stock ittici è uno dei più grossi problemi e delle sfide più cocenti che il Parlamento europeo deve affrontare. In molti dei nostri mari non ci sono più pesci adulti. Nell’Adriatico e nel Mediterraneo si pescano sempre di più pesci di piccole e piccolissime dimensioni. Nei mari della Sicilia, per esempio, non passa giorno che non vengano pescati tonni del peso di mezzo chilo e pesci spada lunghi appena 40 centimetri. Questo vuol dire che stiamo pescando, stiamo uccidendo i “bambini” dei peschi. In parole povere stiamo distruggendo un patrimonio naturale importantissimo non solo per la biodiversità ma anche per l’economia stessa della pesca. Il Parlamento europeo deve adottare una nuova politica della pesca che preveda anche delle aree protette dove sia totalmente vietata la pesca per consentire ai pesci di potersi riprodurre per ripopolare i nostri mari prima che siano per sempre deserti.
Proprio l’altro giorno (6 novembre) il WWF ha consegnato al Parlamento Europeo 150.000 firme, tra cui 11mila italiani, per tornare a pescare in modo sostenibile e dire basta a sprechi e illegalità. Per decenni, infatti, i ministri europei della pesca hanno preso delle decisioni insufficienti, sbagliate, generando il declino inesorabile degli stock ittici e della pesca. Attualmente, secondo il WWF Italia, l’80% degli stock europei è sovrasfruttato. Queste 150.000 firme, sommate ad altre 30mila email che i cittadini europei hanno inviato ai parlamentari europei dal mese scorso, dimostrano quanto la gente voglia un cambiamento radicale nella gestione della pesca dell’Unione Europea.

Come eurodeputato farò il possibile affinché questo delicato equilibrio naturale non si spezzi per sempre.

 

Andrea Zanoni

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