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Tradizioni enogastronomiche. Zanoni (PD): “Approvata una legge che non tutela neppure i prodotti veneti”.

26 ottobre 2022

“Questa legge è solo retorica, perché totalmente inutile ai fini di un sostegno vero ai ristoratori che in questo momento hanno bisogno di ben altri aiuti, di natura innanzitutto economica, per sopravvivere alla dura stagione dei rincari. Ma anche ammettendo che il provvedimento abbia un senso, ovvero quello della tutela delle tipicità nostrane, anche questo obiettivo è stato clamorosamente disatteso. Ecco perché come PD, assieme alle minoranze, ci siamo astenuti”.

Il giudizio, all’indomani del via libera alla legge regionale sulla ‘Valorizzazione della tradizione enogastronomica veneta. Istituzione del logo ristorazione tipica del Veneto’, è del consigliere del PD Veneto, Andrea Zanoni.

“È infatti grave – prosegue – che non vengano stabilite delle percentuali minime, che potevano ragionevolmente essere quantificate attorno al 60-65%, di utilizzo di ingredienti derivanti da prodotti veneti, così come aveva chiesto un’associazione veneta. Senza questa disposizione potremo avere piatti tipici, come ad esempio la pasta e fagioli, fatta con i fagioli provenienti dalla Cina, i funghi e polenta con i porcini della Romania, i risi e bisi con i piselli della Spagna e la polenta e formaggio con prodotti caseari francesi. Per non dimenticare il vino dall’Argentina ed un elenco che potrebbe proseguire all’infinito”.

Secondo l’esponente dem “c’è inoltre un'altra lacuna, anche questa penalizzante, relativa all’assenza di una casistica di prodotti tipici veneti vegetariani che si poteva inserire tramite un emendamento purtroppo bocciato. Questo ignorando l’esistenza di mezzo milione di cittadini vegetariani in Veneto (in Italia sono ben 7 milioni i vegetariani e vegani) e il fatto che una parte non irrilevante dei nostri piatti tipici sono senza carne, cioè vegetariani, come appunto i notissimi pasta e fagioli, polenta e funghi, risi e bisi e polenta e formaggio. Peraltro queste indicazioni, se fossero state inserite nella legge, avrebbero aiutato anche un’economia agricola attenta a questioni epocali come quella climatica, ambientale e della tutela della salute”.

“Devo poi rilevare una situazione mai vista prima: in fase di verifica dei nostri emendamenti l’ufficio di presidenza era infatti completamente sguarnito. Senza presidente di commissione, senza segretario di commissione, senza funzionari della Giunta regionale competenti in materia e, ciliegina sulla torta, senza l’assessore. Una situazione che ha messo in difficoltà tutti, compreso il proponente relatore. Forse da parte della sua stessa maggioranza questo provvedimento, scritto in questo modo, risultava un boccone indigesto. Infine – annota in conclusione Zanoni – va detto che lo stanziamento di 150 mila euro previsto dalla legge è del tutto insufficiente a lanciare il logo stabilito dalla norma. Cosa grave, perchè senza una adeguata e mirata campagna pubblicitaria che lo faccia conoscere al pubblico veneto e internazionale, è destinato a rimanere sconosciuto e a non dare alcun giovamento ai ristoratori che lo ottengono”.

 
 
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