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Zanoni (PD): “Approvato nostro ordine del giorno sul contrasto ai cambiamenti climatici. La Regione non si limiti alle parole, servono politiche innovative e finanziamenti adeguati”

Venezia, 1 agosto 2019

“L’impegno a stanziare risorse c’è, adesso aspettiamo la Giunta al varco. La lotta ai cambiamenti climatici va presa sul serio: ne va del futuro delle giovani generazioni, costrette a fare i conti con disastri ambientali, dovuti alle emissioni di gas serra di cui non sono minimamente responsabili. Siamo vicini al punto di non ritorno”. È soddisfatto ma aspetta fatti concreti il consigliere del Partito Democratico e vicepresidente della commissione Ambiente Andrea Zanoni dopo l’approvazione all’unanimità in Consiglio regionale dell’ordine del giorno, di cui era primo firmatario e sottoscritto dall’intero gruppo, sui finanziamenti per gli interventi di lotta ai cambiamenti climatici e per lo sviluppo della Green economy, all’interno dell’assestamento di bilancio,

 

“Dobbiamo puntare sull’innovazione ecologica in tutti i settori: industria, servizi, agricoltura, energia, trasporti, turismo, infrastrutture. Servono misure a ogni livello dall’Unione Europea ai singoli Stati passando per Regioni e Comuni. Il Veneto – prosegue Zanoni – nell’ambito delle proprie competenze, può assumere un ruolo di stimolo e guida su scala locale, con politiche concrete per la riqualificazione edilizia, la riduzione del consumo di suolo, la crescita della produzione di energie rinnovabili, la piantumazioni di alberi e la tutela delle foreste, la diminuzione drastica dell’uso dei combustibili fossili e il rafforzamento dei trasporti sui mezzi pubblici, decongestionando il traffico nelle città”.

 

“Entro fine anno sarà approvato in via definitiva il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pnec) che introduce, entro il 2030, nuovi obiettivi vincolanti a livello europeo, tra cui il miglioramento almeno al 32,5% dell'efficienza energetica, una quota minima del 32% da fonti rinnovabili nel consumo finale lordo di energia e una quota del 12% di energia da fonti rinnovabili nei trasporti. Senza una svolta radicale nelle nostre politiche regionali, questi traguardi rischiano di restare delle chimere. E purtroppo avere un vice primo ministro e leader del principale partito di governo, che nega i cambiamenti climatici non induce certo all’ottimismo”.

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