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Schede ospedaliere del nuovo piano socio sanitario. La Regione attua un taglio selvaggio dei posti e mette delle tasse occulte, così pagano soprattutto i territori periferici e le persone più deboli

Venezia – 5 Aprile 2019 Il taglio di quasi il 2 per cento dei posti letto in Veneto è solo uno degli aspetti negativi del piano socio sanitario in merito alle schede ospedaliere presentate ieri in Quinta Commissione Consigliare,  proposto dalla Giunta regionale con il quale di fatto si intende indebolire progressivamente uno dei sistemi sanitari pubblici più efficaci in Italia, il tutto a favore dei privati.

Il piano proposto dalla giunta Zaia toglie agli ospedali pubblici per dare alle strutture private, costringendo i medici al nomadismo tra un ospedale e l’altro e introduce una tassa occulta a carico delle famiglie più bisognose di aiuto.

Complessivamente la giunta Zaia cancella 338 posti letto in tutto il Veneto, ma per gli ospedali pubblici il taglio reale è di 511 posti, cioè il 3,5 per cento, mentre i privati ne guadagnano 173, con un aumento del 5,8 per cento rispetto al 2013.

Un regalo di cui non si sentiva alcun bisogno, quando invece era necessario rafforzare proprio gli ospedali pubblici. I tagli sono stati fatti un po’ dappertutto

Ad esempio Dolo perde 100 posti netti e altri 50 se ne vanno a Mirano, a pochi chilometri di distanza. Tutto per favorire l’ospedale dell’Angelo di Mestre costruito in progetto di finanza e sul quale la Regione paga canoni salatissimi.

Negli ospedali della provincia di Treviso la riduzione è pari a 97 posti letto, quelli di Belluno ne perdono 57 a favore del privato di Cortina d’Ampezzo.

Per l’Usl Euganea assistiamo ad un record negativo con 440 posti letto tagliati.

Poi c’è la proposta senza senso di spostare le equipe mediche tra un ospedale e l’altro per sopperire alla mancanza di specialisti.

Infine, la soppressione delle lungodegenze e la sostituzione con gli ospedali di comunità. Ospedali che non ci sono e dove l’assistenza sanitaria è al minimo, con il medico di famiglia presente in media un’ora la settimana per paziente. Inoltre i pazienti costretti a curarsi molto a lungo dovranno pagare il ricovero eccedente le 4 settimane di tasca propria.

Un ulteriore modo di mettere una tassa occulta a carico delle famiglie più deboli.

 

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