ANDREA

ZANONI

Consigliere Regionale

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La Giunta Zaia con un emendamento alla finanziaria del 2011 vuole liberalizzare l’attività di cava in Veneto. Prevista la cancellazione del limite del 3% di superficie escavabile in ogni comune.

Comunicato dell’1 marzo 2011

Con un emendamento alla legge finanziaria,del 2011, non ancora presentato ma che da giorni circola in Consiglio Regionale, la Giunta Zaia tenterà di stravolgere l’attuale legge sulle cave, la n.44 del 1982, con il chiaro intento di eliminare gli ultimi paletti che regolano l’attività di cava in Veneto ma che danno tanto fastidio alla lobby dei cavatori.

L’emendamento prevede delle deroghe a ben tre leggi regionali sull’attività di cava, con riferimento alle province di Treviso, Vicenza e Verona; in particolare potranno essere autorizzate attività di cava in deroga agli articoli 13 e 44 della legge quadro n.44/1982, all’articolo n.34 comma 2 della legge n.5/2000 e al comma 1 dell’articolo articolo 24 della legge n.1/2004. Ciò significa che viene eliminata l’importante disposizione della L. 44/82 che prevede che in un singolo comune non si puo’ scavare oltre il tre per cento della superficie agricola comunale. Così si liberalizza l’attività di cava anche in quei comuni dove il territorio agricolo è già stato scavato abbondantemente e addirittura in quei comuni dove questa percentuale è arrivata (grazie alle escavazioni precedenti all’entrata in vigore della L.R.44/1982) ben al di sopra del 3%, come nel caso del comune di Paese, in provincia di Treviso, dove si supera il 13%. Viene inoltre eliminata la disposizione che prevede che l’autorizzazione di nuove cave o di ampliamenti delle stesse deve essere oggetto di un parere “obbligatorio e vincolante” della Commissione Tecnica Provinciale per le attività di Cava (la CTPAC). In questo modo la regione accentra a se il potere decisionale denudando le province di questo importante ruolo di governo locale del territorio, si tratta di una norma evidentemente anti federalista. Questa liberalizzazione risulta ingiustificata perché dalle valutazioni del PRAC (Piano Regionale Attività di Cava) adottato dalla Giunta il 21 ottobre del 2008, risultano già autorizzati e pertanto ancora escavabili quantitativi di sabbia e ghiaia pari a 83.399.505 metri cubi per Treviso, 15.560.788 metri cubi per Verona e 7.376.025 metri cubi per Vicenza, per un totale di ben 106.336.318 metri cubi. Oltre all’emendamento della Giunta regionale (non ancora presentato ufficialmente) è stato invece ufficializzato un emendamento in data 3/02/2011, del consigliere veronese del PDL Giancarlo Conta, che prevede le stesse deroghe dell’emendamento della giunta relative però esclusivamente alle province di Verona e Vicenza, tralasciando Treviso. “Dopo la caccia in deroga la Giunta Zaia vuole far passare anche la “cava in deroga”, prevedono gravi deroghe alle norme attualmente in vigore sull’attività di cava – ha dichiarato Andrea Zanoni presidente di Paeseambiente. Il titolo dell’emendamento rappresenta poi il massimo dell’ipocrisia perché parla di addirittura “Provvedimenti finalizzati al miglioramento ambientale” quando invece si tratta di far scavare di piu’ e senza il parere delle province. Dopo la caccia in deroga ora tocca alla cava in deroga, questo metodo di procedere attraverso un emendamento alla finanziaria è condannabile perchè viola tutte quelle norme procedurali che prevedono, prima della votazione di una legge, l’esame nelle commissioni consiliari competenti per materia e il coinvolgimento delle parti interessate come i comuni, le province, le associazioni di tutela ambientale, i cittadini. La regione invece di pensare di approvare la legge sulla “cava in deroga”, inserendola alla chetichella nella finanziaria, porti il Piano Cave in Consiglio regionale e approvi una nuova legge da sottoporre a tutti gli enti e categorie interessate.” Gruppo Paeseambiente – email: paeseambiente@ecorete.it – cell. 347/9385856

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