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La Corte Costituzionale annulla la legge veneta sulle sanzioni da 3600 euro per chi disturba i cacciatori. Zanoni: “Un sonoro ceffone a Zaia e Berlato che promulgano e propongono leggi indecenti e incostituzionali”

 

Venezia, 11 luglio 2018 – Dopo che il Governo il 10 marzo 2017 aveva impugnato alla Corte Costituzionale la legge 1/2017 che prevedeva sanzioni da 600 a 3600 euro per chi disturba o turba i cacciatori, perché ritenuta incostituzionale, ora arriva il responso della Corte Costituzionale che con la Sentenza 148 /2018 depositata oggi 11 luglio 2018 annulla definitivamente la legge veneta.

Si legge nella Sentenza della Corte: “Le norme impugnate, quindi, attengono a comportamenti che pregiudicano la «ordinata e civile convivenza nella comunità nazionale» (tra le altre, sentenze n. 108 del 2017, n. 300 del 2011, n. 274 del 2010, n. 129 del 2009), e in quanto tali sono riconducibili alla materia «ordine pubblico e sicurezza» di cui alla lettera h) del secondo comma dell’art. 117 Cost., pur nella lettura rigorosa che questa Corte ha operato della stessa.(… omissis …)  “per questi motivi LA CORTE COSTITUZIONALE dichiara l’illegittimità costituzionale della legge della Regione Veneto 17 gennaio 2017, n. 1 (Norme regionali in materia di disturbo all’esercizio dell’attività venatoria e piscatoria: modifiche alla legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 “Norme regionali per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio” e alla legge regionale 28 aprile 1998, n. 19 “Norme per la tutela delle risorse idrobiologiche e della fauna ittica e per la disciplina dell’esercizio della pesca nelle acque interne e marittime interne della Regione Veneto”).”

Andrea Zanoni, consigliere regionale Pd e Vice presidente della Commissione Ambiente ha dichiarato: “Sono estremamente felice di questo esito perché contro questa legge indecente, voluta da Berlato e promulgata da Zaia, ho condotto, sia nelle commissioni che in aula, una strenua battaglia provvedendo ad inviare, dopo la sua approvazione, una nota al Governo affinché la impugnasse.  Questo è un sonoro ceffone a Zaia e Berlato che continuano a promulgare e proporre leggi indecenti e incostituzionali.

Questa bocciatura era nell’aria perché era chiaro dall’arringa del relatore, il giudice Giancarlo Coraggio, del 5 giugno scorso, nell’udienza pubblica alla quale ho voluto essere presente a Roma, che questa norma era ritenuta incostituzionale e perciò da cassare. Come può una regione civile pensare che sia legittimo far sanzionare un libero cittadino che vuole difendersi con la sola protesta e con le sole parole, dalla prepotenza di un cacciatore armato fino ai denti che gli spara sotto casa, addirittura con una multa di 3.600 euro?

Berlato sarà ormai alla disperazione, prima la bocciatura da parte dei sindaci del Parco Colli della sua norma taglia parco, poi la bocciatura della Corte Costituzionale della L.R.18/2016 su nomadismo venatorio, caccia al Cormorano, deroghe all’opzione di caccia, caccia da natante, consigli direttivi dei Comprensori alpini, adesso la L.R.1/2017 sulle sanzioni da 3600 euro ai cittadini veneti che disturbano o turbano i cacciatori. Berlato nel tempo non fa altro che collezionare sonore e continue bocciature per incostituzionalità delle sue fantasiose e indecenti leggi

Chissà che Berlato decida finalmente di mettersi a studiare quanto meno l’abc del diritto e soprattutto la Costituzione! Sarebbe il caso che Berlato si dedicasse all’ippica, forse lì otterrebbe maggiori successi dato che finora a vantaggio dei sui sostenitori, i cacciatori veneti in deroga, è riuscito solo a far cambiare il loro menu: da polenta e “osei” come i Fringuelli a polenta e Nutrie, l’unica legge che non gli hanno bocciato.

Zaia poi dovrebbe farla finita una buona volta di promulgare e assecondare queste leggine nate già morte dato che poi, nella pratica, le bizzarre manie legislative inconcludenti di Berlato si traducono in un esborso certo di denaro dalle tasche dei cittadini: basti pensare alle ore di dibattito delle commissioni, del Consiglio, le ore di lavoro degli uffici regionali,  i costi da sostenere per i contenziosi in sede costituzionale, quando in Veneto sul tavolo di lavoro ci sono problematiche di gravissimo rilievo che giacciono da mesi.

Questa è una vittoria dei cittadini onesti e rispettosi della legalità, una vittoria delle associazioni che hanno scritto al Governo contro la legge come LAC, LAV, ENPA, Legambiente, LIPU, WWF, Grig, IAMS, e di quelle che assieme alle prime hanno manifestato ripetutamente e tenacemente a Venezia come Oipa, Uepa, Liberi Tutti, CPV, Meta nonché di tutti quei cittadini che hanno manifestato e scritto email di protesta.

 

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