SUPERSTRADA PEDEMONTANA. Zanoni (AVS): Denuncia alla Corte dei Conti, “Buchi da 120 milioni in due anni, i Veneti hanno pagato il fallimento”

Venezia, 15 ottobre 2025 – Il Consigliere regionale di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), Andrea Zanoni, ha depositato questa mattina presso la Procura Regionale della Corte dei Conti a Palazzo Camerlenghi, una circostanziata denuncia per danno erariale causato dalla gestione finanziaria della Superstrada Pedemontana Veneta (SPV). La denuncia, corredata da copiosa documentazione, accusa i responsabili politici di aver creato un disavanzo strutturale che graverà per decenni sulle finanze del Veneto.

“Oggi ho portato ai magistrati contabili la documentazione che certifica, nero su bianco, i concreti buchi di bilancio causati da un’opera concepita come un ‘Project Financing al contrario’,” dichiara Andrea Zanoni (AVS). “In una qualsiasi azienda veneta, di fronte a buchi di questa portata, i responsabili sarebbero stati cacciati su due piedi. Ma qui siamo nel pubblico e, a prendere i dovuti provvedimenti, dovranno essere i giudici. Ho piena fiducia nel loro operato.”

I dati di bilancio contenuti nell’esposto sono allarmanti: l’ammanco derivante dal divario tra i pedaggi incassati e il canone garantito da pagare al concessionario SIS S.p.A. ammonta a 49 milioni di euro solo per il 2024 (come già rilevato in sede di parifica del Rendiconto dalla Corte dei Conti). A questo si aggiungono le perdite stimate per il 2025, dove a fronte di un canone di oltre 210 milioni di euro, le entrate da pedaggi da gennaio ad agosto si sono fermate a 91,3 milioni, proiettando un ulteriore buco stimato di circa 70 milioni di euro per l’anno in corso.

“Stiamo parlando di un buco complessivo di circa 120 milioni di euro in appena due anni, soldi sottratti direttamente ai Veneti. Con quei fondi avremmo potuto assumere 600 medici per due anni per le nostre Ulss in crisi, oppure finanziare i progetti di sicurezza stradale di 240 sindaci rimasti all’asciutto per mancanza di fondi, o ancora azzerare la bolletta elettrica di 1200 edifici comunali dotandoli di fotovoltaico con accumulo. Invece, li stiamo versando in un pozzo senza fondo,” sottolinea Zanoni.

La denuncia riprende inoltre le gravi criticità sollevate a suo tempo dalla Corte dei Conti, Sezione Centrale di Controllo (nota del 5 ottobre 2018), che aveva chiesto alla Regione di riferire sulle “iniziative intraprese o che si intendono intraprendere nei confronti dei responsabili del precedente assetto convenzionale produttivo di tale ingentissimo aggravio economico”. Zanoni evidenzia come la Giunta non abbia mai fornito una risposta concreta a questa richiesta.

L’atto depositato oggi sollecita la Procura a non limitarsi ai buchi correnti, ma ad avviare un’indagine strutturale per valutare il potenziale danno erariale proiettato in 5 miliardi di euro nell’arco dei 39 anni di concessione. A tale danno si aggiungono la mancata restituzione di IVA per 21 milioni di euro, le sanzioni non applicate per i ritardi nei lavori e i costi derivanti dalla recente Sentenza del TAR Veneto per le mancate opere compensative nel Comune di San Zenone degli Ezzelini (circa 4 milioni di euro).

“È ora che i responsabili politici che hanno tolto il rischio d’impresa al privato scaricandolo sulle spalle dei cittadini ne rispondano davanti alla magistratura contabile,” conclude Zanoni. “La Pedemontana non può più essere una cambiale in bianco che distrugge i bilanci del Veneto.”

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