“La SPV è stata ultimata da un anno e, nonostante la voragine nei conti che i Veneti stanno adottando da questa opera, la Giunta regionale uscente già ipotizza nuove strade e nuove corsie. Il calo demografico nella nostra regione è evidente, così come è altrettanto evidente che il futuro del trasporto è quello pubblico, magari su rotaia e non su quattro ruote. Quindi, insistere sulla costruzione di strade, nella seconda regione in Italia per consumo di suolo, già in sofferenza a causa degli effetti dei cambiamenti climatici, è come viaggiare a fari spenti e contromano. La SPV, così come la conosciamo oggi, è ben diversa da quella che doveva essere la cosiddetta pedemontana dei sindaci, gratuita per gli utenti e meno costosa per le tasche dei contribuenti. Mentre il progetto che ha visto il Presidente Zaia grande inauguratore di ogni chilometro realizzato, sarà un cappio al collo da 5 miliardi di euro per tutti i veneti e per le future generazioni. Facile dire ora: noi lasciamo i conti in ordine, ma la realtà sarà ben diversa per la futura Giunta e per i cittadini. Tra l’altro, sarebbe interessante comprendere come mai la Giunta non ha mai voluto attuare le sanzioni previste per i ritardi nei confronti di chi ha realizzato la SPV. Per 39 anni le tasche dei Veneti saranno impegnate nel saldare l’eredità delle Giunte Galan e Zaia a causa di questa opera che ha sventrato parte della Regione. Ciononostante, già si giustificano nuove strade e un allargamento della SPV. Altro che locomotiva d’Italia, questa maggioranza ci sta trasformando in una cassetta dei risparmi a cui attingere all’infinito.” Lo dichiara il Consigliere regionale Andrea Zanoni (AVS).