Venezia, 11 settembre 2025 – Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) si schiera al fianco di una vasta coalizione di oltre 50 associazioni animaliste e ambientaliste per contrastare il disegno di legge delle destre che mira a liberalizzare la caccia in Italia. Un fronte comune unito per difendere la fauna, la sicurezza dei cittadini e il patrimonio naturale del Paese. L’impegno è stato ribadito mercoledì 10 settembre alla Camera dei Deputati, nel corso di un incontro a cui hanno partecipato l’onorevole Angelo Bonelli, Co-portavoce nazionale di Europa Verde, l’onorevole Luana Zanella, Capogruppo AVS alla Camera, e Andrea Zanoni, Consigliere regionale del Veneto per AVS e Coordinatore dell’Osservatorio Diritti Animali di Europa Verde, Francesco Mascia (Europa Verde – AVS). Insieme a loro, erano presenti esponenti nazionali delle associazioni tra cui: Alessandro Fazzi (Human world for Animals), Michele Pezone (LNDC Animal Protection), Stefano Raimondi (Legambiente), Domenico Aiello (Responsabile tutela giuridica della Natura WWF Italia), Valentina Coppola (Presidente Earth), Alessandro Polinori (Presidente LIPU), Carla Rocchi (Presidente ENPA), Luciano Di Tizio (Presidente WWF Italia), Gianluca Felicetti (Presidente LAV) e Giovanni Albarella (Responsabile antibracconaggio e attività venatoria della LIPU). Le associazioni hanno espresso la loro profonda preoccupazione per l’imminente discussione in Parlamento di un testo che, a loro giudizio, costituisce un grave arretramento per la tutela ambientale.
“Questo disegno di legge non è una semplice riforma, ma un vero e proprio assalto alla natura, al benessere degli animali, alla sicurezza pubblica e, persino, alle nostre attività produttive come agricoltura e turismo,” ha dichiarato Andrea Zanoni. “È una norma scritta su misura per la lobby delle armi e per una ristretta minoranza di cacciatori, che ignora totalmente il sentire comune di oltre il 70% degli italiani contrari alla caccia. Il nostro compito, insieme a tutte le associazioni, è bloccare questo scempio e denunciare a livello nazionale ed europeo la falsità della propaganda che sostiene la necessità di ridurre la fauna selvatica. Anzi, la maggior parte dei migratori è in drastico calo e sono utili all’agricoltura. Siamo pronti a fare ostruzionismo parlamentare e a coinvolgere tutte le forze progressiste.”
Nel corso dell’incontro, gli onorevoli Bonelli, Zanella e il coordinatore Zanoni hanno illustrato la chiara strategia parlamentare che AVS intende mettere in campo per contrastare il provvedimento. L’obiettivo è creare una forte unità delle opposizioni e avviare un’azione di ostruzionismo mirata. AVS chiederà spiegazioni per ogni emendamento presentato, al fine di ritardare e bloccare i tempi di approvazione. Inoltre, verrà formalmente richiesta la produzione di un rapporto sullo stato di attuazione della Legge 157 del 1992, un documento che, nonostante l’obbligo, non è mai stato redatto. L’impegno di AVS si estende anche al coinvolgimento del Partito Democratico e di tutte le forze del campo progressista per fare squadra contro il DDL Lollobrigida e, parallelamente, a un intervento presso il Parlamento europeo per denunciare le violazioni del diritto comunitario, come nel caso della caccia in deroga a specie protette come il Fringuello.
Le associazioni presenti hanno espresso profonda preoccupazione per l’iniziativa di deregulation sulla caccia, ringraziando AVS per i 500 emendamenti già presentati. A loro avviso, il disegno di legge Caccia, promosso dal ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, non solo facilita la lobby delle armi e devasta il bene comune della fauna, ma si pone in netto contrasto con l’opinione pubblica, come dimostrato da un sondaggio che rileva l’opposizione di oltre il 70% degli italiani. È stato inoltre evidenziato come il fondo che risarcisce le vittime della caccia (quando il responsabile non è rintracciabile) sia in grave deficit.
Le associazioni hanno anche ricordato di aver raccolto oltre 50.000 firme a sostegno di un’iniziativa popolare per l’abolizione della caccia.
Secondo i rappresentanti, il DDL non avvantaggia gli agricoltori, ma piuttosto favorisce armieri e cacciatori. Sollevano inoltre il rischio di incostituzionalità del testo, in particolare in relazione agli articoli 9 e 42 della Costituzione che tutelano l’ambiente e la biodiversità. È stata smontata la falsa propaganda secondo cui il DDL servirebbe a ridurre un’eccessiva presenza di fauna selvatica, sottolineando che i dati scientifici mostrano un drastico calo di molte specie migratrici. La legge, inoltre, mette a rischio le attività di turismo e agriturismo, a causa degli incidenti di caccia, e favorisce il bracconaggio, un vero e proprio crimine. Le associazioni hanno sottolineato come il testo sia addirittura peggiorato da emendamenti presentati da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Italia Viva. Infine, la nuova legge consentirebbe a cacciatori stranieri di cacciare in Italia senza una conoscenza adeguata delle leggi e delle specie autoctone.