Il 7 luglio il fiume Meschio e il torrente Friga hanno di nuovo esondato, colpendo Cordignano e Vittorio Veneto. È l’ennesimo segnale d’allarme che la Regione continua a ignorare.
Gli argini non sono più sufficienti e i cittadini sono esasperati. Non possiamo continuare a gestire i disastri a posteriori. Serve prevenzione, pianificazione, responsabilità.
Ho presentato un’interrogazione alla Giunta per sapere se ci sono interventi strutturali previsti per l’adeguamento e l’innalzamento degli argini del Meschio e le eventuali tempistiche di realizzazione e se esistono studi idraulici aggiornati in relazione agli eventi meteorologici estremi, sempre più frequenti per effetto dei cambiamenti climatici e del consumo di suolo.
E attenzione anche alle troppe centraline idroelettriche, che potrebbero aggravare il problema del deflusso dell’acqua. Il Comitato VIA della Regione le ha spesso autorizzate con troppa leggerezza. Bottacin, invece di proporre semplificazioni alla VIA, dovrebbe pensare alla sicurezza idraulica del territorio.
Serve una regia unica per coordinare le manovre in caso di maltempo e mettere tutti gli enti coinvolti attorno a un tavolo: Regione, Comuni, ARPAV, Protezione civile, gestori delle centraline.
Non bastano le scuse dopo l’acqua in casa: servono risposte vere, protocolli aggiornati, rimborsi immediati ai cittadini danneggiati e interventi strutturali. Non ci possiamo più permettere l’improvvisazione.