MONOCOLTURA DEL PROSECCO E FLAVESCENZA: COSTI AMBIENTALI E PUBBLICI SEMPRE A CARICO DEI CITTADINI?

Lo scorso 27 giugno l’Assessore regionale Caner ha annunciato l’estirpazione di due ettari di vigneti a Valdobbiadene per contrastare la diffusione della flavescenza dorata, una fitopatia grave trasmessa dalla cicalina Scaphoideus titanus.
Il drammatico diffondersi di questa malattia in Veneto si combatte anche con pesticidi vietati a livello europeo, come il Closer contenente sulfoxaflor, un neonicotinoide letale per api e impollinatori, il cui uso è stato autorizzato dal Ministero della Salute a seguito della richiesta presentata proprio dalla Regione Veneto.
Ma cosa c’è dietro questa emergenza? Anni di espansione incontrollata dei vigneti hanno portato a una monocoltura che impoverisce la biodiversità e ora presenta il conto.
Ho presentato un’interrogazione in Consiglio regionale per sapere:
👉 Chi paga i costi di queste estirpazioni?
👉 Quanti fondi pubblici vengono utilizzati?
👉 Che trattamenti chimici sono stati autorizzati e con quali tutele per il biologico e per gli apicoltori?
Nel frattempo, sto ancora aspettando la risposta dell’Assessore regionale all’Agricoltura ad un’altra mia interrogazione con cui chiedevo su come siano stati avvisati agricoltori biologici e apicoltori dell’uso in deroga del pesticida killer delle api.
Non possiamo accettare che la collettività paghi i danni causati da un modello agricolo sbilanciato, che arricchisce pochi e lascia i costi — economici e ambientali — a tutti noi.
L’agricoltura del futuro dev’essere sostenibile, rispettosa del territorio e della salute, ovvero biologica. Ma l’agricoltura biologica va adeguatamente finanziata e non demonizzata come accade in Veneto.
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