ARMI FACILI, INFRAZIONE UE: BASTA DERIVE ALL’ITALIANA

L’Unione Europea ha avviato una procedura di infrazione contro l’Italia perché non ha recepito la sua direttiva che impone le regole minime di sicurezza e tracciabilità delle armi civili. Una vergogna nazionale.
In Italia ci sono 1,5 milioni di porti d’arma, di cui 475.000 a cacciatori. E spesso vengono concessi con troppa leggerezza, anche a persone molto anziane, con problemi psichici o – come mi hanno segnalato guardie venatorie – persino a cacciatori in carrozzina.
Questa situazione è pericolosa per tutti: per la fauna selvatica, per la sicurezza pubblica, per le donne, considerando che troppe armi da caccia finiscono in episodi di femminicidio.
Possedere un’arma deve essere un’eccezione, non la regola.
Abbiamo chiesto al Governo Meloni di recepire subito la Direttiva UE 2021/555: serve un registro digitale nazionale, controlli periodici sui requisiti psicofisici e limiti severi al numero di armi detenibili dai cacciatori.
Le troppe libertà in tema di armi porta a scenari da Far West, come negli Stati Uniti dove 30.000 persone all’anno sono vittime di armi da fuoco.
Bisogna fermare questa deriva pericolosa prima che diventi irreversibile e anche prima che ci obblighi a pagare pesanti sanzioni.
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