BASTA MORTI SUL LAVORO: IL VENETO NON PUÒ ASPETTARE ALTRI LUTTI

Nei giorni scorsi giro di poche ore, nel Trevigiano si sono verificati tre gravi incidenti sul lavoro: un operaio ha perso un braccio a Riese Pio X, un altro è stato travolto da pannelli in legno a Mansuè, un terzo colpito da un escavatore ad Asolo.
E pochi giorni fa, in darsena a Sant’Elena, una ragazza di appena 17 anni ha perso la vita nel suo primo giorno di lavoro, scivolando da un catamarano.
In Consiglio regionale, come Presidente della Quarta Commissione (valutazione delle politiche pubbliche e promozione della legalità), ho condotto un approfondimento durato mesi sulla sicurezza sul lavoro: solo nel 2020 in Veneto ci sono stati ben 65.000 incidenti. Un dato allarmante indegno per una Repubblica fondata sul lavoro.
Da anni denuncio la grave carenza di organico negli Spisal, gli organi incaricati dei controlli.
Servirebbe almeno il doppio del personale, adeguatamente formato e specializzato: non si può pretendere che lo stesso ispettore sia competente in edilizia, ristorazione, industria chimica o allevamenti.
Ogni anno propongo in aula emendamenti al Bilancio per finanziare nuove assunzioni, ma la Giunta li boccia sistematicamente, come se la sicurezza dei lavoratori non fosse una priorità.
Servono più controlli, più prevenzione già dalle scuole, più formazione e sanzioni più severe per chi mette a rischio la vita dei dipendenti.
Non possiamo continuare a contare i morti.
Condividi

Consulta l'archivo per mese ed anno

 
Ultime News