Il nostro territorio non è pronto ad affrontare fenomeni estremi come quelli di queste ore, ma la frequenza con cui accadono ci obbliga a cambiare passo.
A nord del Centro storico di Castelfranco c’è un mix di corsi d’acqua preoccupante. E
Le bombe d’acqua non aspettano nessuno: in pochi minuti riempiono l’Avenale, il Rui, il Brenton e il Muson oltre il limite, e mezzo Castelfranco finisce sott’acqua, lo abbiamo visto il 16 maggio e il 25 giugno.
Bisogna agire ora, prima che arrivi la prossima ondata che, come il cambiamento climatico ci insegna, può arrivare in qualsiasi momento.
Ieri ho parlato con il Commissario governativo per chiedere interventi di messa in sicurezza immediati.
Ho già presentato accessi agli atti per sapere che cosa Regione e Consorzi abbiano fatto finora e che cosa intendano fare adesso.
Il consumo di suolo e il cambiamento climatico hanno reso insufficienti portate d’acqua che reggevano da secoli: aspettare significa condannare Castelfranco alla prossima esondazione.
Le alluvioni di un anno fa e il dramma di Valdagno ci ricordano che il tempo è finito.