“Le RSA sono una vera e propria emergenza in Veneto. In assenza di interventi radicali rischieremo di privare di assistenza la maggior parte degli anziani nel 2050, abbandonandoli al loro destino.
Come riportato dalle organizzazioni sindacali dei pensionati Cgil, Cisl e Uil del Veneto, nel 2025 le rette delle case di riposo venete subiranno un incremento di 295 euro rispetto all’anno precedente, che equivale a ben 665 euro in più rispetto al 2023. La retta media mensile nelle strutture residenziali per anziani in Veneto è di circa 1.919,70 euro.
In Veneto gli anziani con più di 80 anni sono già 372.000, mentre sono appena 32.983 posti letto accreditati nelle RSA a fronte di 33.608 autorizzati, con 10.000 anziani in lista d’attesa.
Inoltre, il 15% circa degli ospiti nelle RSA è escluso dalle impegnative di residenzialità, con un conseguente maggior onere economico per le famiglie.
Nonostante la disponibilità, annunciata dall’assessore regionale Lanzarin, di 60 milioni dal fondo FSE per 12.000 anziani non autosufficienti e un secondo bando in scadenza a fine marzo con ulteriori 25 milioni di euro, il problema del forte invecchiamento della popolazione rimane persistente e le impegnative della regione, ovvero il contributo mensile per anziano ricoverato, coprono solo una parte degli ospiti delle RSA.
Troppe le famiglie venete messe in ginocchio dalla mancanza di alternative nell’assistenza dei propri cari, molte delle quali si rivolgono spesso a noi consiglieri. In particolare, da Treviso arrivano numerose grida di allarme e richieste di aiuto da parte di cittadini e famiglie che devono svenarsi per mantenere i propri cari in RSA.
Ma ad aggravare la situazione è pure la carenza di personale nelle RSA, in fuga verso trattamenti economici più favorevoli e non solo.
La questione è divenuta nel suo complesso una vera e propria emergenza per migliaia di famiglie in Veneto, per questo abbiamo presentato una interrogazione in Consiglio regionale, rivolgendoci alla Giunta, per chiedere quali misure strutturali, oltre agli interventi temporanei già previsti, intenda adottare per calmierare l’aumento delle rette nelle case di riposo venete e ridurre il divario tra i costi a carico delle famiglie nelle diverse province; oltre a quali strategie abbia pianificato per affrontare la carenza di personale socio-assistenziale, con particolare riferimento a programmi di formazione, incentivi economici e miglioramento delle condizioni lavorative.”