LAVORO POVERO IN VENETO: MENTRE 80.000 TREVIGIANI VIVONO CON PAGHE DA FAME, LA REGIONE SPENDE MILIONI PER NUOVE STRADE

In Veneto la povertà cresce, ma le priorità della Regione restano sempre le stesse: cemento e asfalto. Secondo i dati ISTAT, quasi 500.000 veneti vivono in condizioni di povertà relativa e fino a 400.000 in povertà assoluta. A Treviso, ben 80.000 lavoratori guadagnano meno di 20.000 euro lordi all’anno, con paghe da fame soprattutto nei settori della sanità, istruzione, ristorazione e servizi. I redditi dei lavoratori dei servizi di alloggio e ristorazione, solo per fare un esempio, percepiscono in media 696 euro netti mensili, mentre i lavoratori domestici 785 euro netti mensili.
Mentre sui cittadini si sta abbattendo la tempesta perfetta con il Governo Meloni che taglia fondi ai Comuni, il caro bollette, una sanità sempre più privata, Zaia che fa? La sua priorità è sempre la stessa: nuove strade, magari a pedaggio, per fare cassa. Investe centinaia di milioni in nuove strade: 200 milioni per la Treviso-Mare, 60 milioni per il IV lotto della tangenziale di Treviso, 100 milioni per il ponte di Vidor.
Abbiamo presentato un’interrogazione in Consiglio regionale ponendo molti quesiti a Zaia su questa situazione sempre più drammatica e sempre più diffusa: se la Regione del Veneto abbia effettuato un monitoraggio approfondito del fenomeno del ‘lavoro povero’, quali misure intenda adottare per contrastare il fenomeno, se siano allo studio forme di integrazione al reddito, se la Giunta intenda promuovere forme di contrattazione territoriale che favoriscano l’aumento delle retribuzioni e il miglioramento delle condizioni lavorative; se esistano progetti per incentivare le imprese che garantiscono retribuzioni dignitose e se e quali azioni intenda intraprendere per favorire la partecipazione dei lavoratori agli utili delle imprese.
Di questo hanno bisogno le famiglie che non arrivano a fine mese, i giovani che non possono programmare il loro futuro, gli anziani privi delle cure minime necessarie. Senza un cambio di rotta, la povertà continuerà a crescere, mentre la Regione continuerà a spendere miliardi per nuove colate di cemento.
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