Zanoni (Europa Verde): “Raffica di interdittive antimafia nel trevigiano: bene il lavoro delle prefetture, campanelli d’allarme che attestano radicamento mafioso mentre il ministro Nordio è impegnato a demolire la magistratura”

“In poco meno di un mese abbiamo appreso di ben due interdittive antimafia che interessano il territorio del trevigiano: oggi, infatti, apprendiamo che una ditta con sede a Napoli e affidataria in subappalto di lavori riguardanti il nuovo ospedale di Conegliano è stata stoppata. Bene il lavoro di prevenzione degli organi preposti, essendo ormai di tutta evidenza il radicamento delle mafie a Treviso. Non dimentichiamoci che in tutto il Nord Est, area di non tradizionale radicamento delle mafie, l’agire criminale di queste consorterie non è fondato sull’esercizio costante del potere tramite violenza e forza intimidatrice, ma è più insidioso in quanto si innesta nel tessuto economico seguendo e incistandosi nelle dinamiche produttive. Le interdittive antimafia riguardano solo i lavori pubblici e dunque solo una piccola parte di queste ditte viene fermata dalle Prefetture, sfuggendo ai controlli preventivi i cantieri privati”. Così il consigliere regionale di Europa Verde, Andrea Zanoni.

 

“Campanelli di allarme, che dovrebbero far risuonare alle orecchie di chi governa che è necessario avere apparati di polizia sempre più qualificati per leggere i movimenti legalmente travestiti delle mafie e una magistratura quantitativamente in forze: su questo ultimo aspetto, a Treviso proprio non ci siamo, visto che, come noto, l’organico dei magistrati è sottodimensionato e manca il personale amministrativo, tanto da costringere il Tribunale a ricorrere alla assunzione di personale proveniente da ben altre professioni, come gli infermieri, per gestire i fascicoli dei magistrati. Accade nella Treviso del ministro Nordio, – aggiunge Zanoni – che in campagna elettorale si era impegnato a risolvere la questione ma che nulla ha fatto, se non a dedicarsi a demolire le intercettazioni e abrogare il delitto di abuso di ufficio, facendo così un regalo a chi delinque, mafie in primis. E in fondo, il problema è che l’azione del ministro Nordio non accade solo a Treviso, accade in tutta Italia, tra riforma per la separazione delle carriere dei magistrati e quel ‘pasticciaccio brutto brutto’ dell’affaire Almasri”.

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