La grande fortuna di questa Giunta è di sedere su una miniera d’oro, la grande sfortuna di questa Regione è di dipendere da una classe politica priva di visione.
Nel Programma Regionale per il Turismo, votato in Consiglio martedì scorso, rimangono tutte le criticità di una gestione arretrata ferma al turismo da cartolina. In molti aspettavano un piano d’azione all’altezza del grande, prezioso e delicato patrimonio che abbiamo in casa. Ma la Regione ha perso un’altra occasione.
Il Veneto, da Venezia al Lago di Garda passando per montagne, colline, centri storici e patrimoni culturali, ha una ricchezza straordinaria, paesaggi unici ed eccellenze culturali, ma manca una governance moderna e sostenibile che valorizzi davvero i territori, le competenze e le molte professionalità in tutte le province.
Da molti anni si aspetta che chi governa il Veneto non imponga l’organizzazione turistica dall’alto ma lasci i territori esprimersi e valorizzarsi con un loro maggior coinvolgimento.
Non c’è un modello regolamentare regionale capace di tutelare e integrare le realtà locali, come i Marchi d’area e le OGD (Organizzazioni di Gestione della Destinazione). Manca l’approccio esperienziale e sostenibile, non si tiene conto di temi cruciali come l’ambiente e la tutela della rete Natura 2000.
Abbiamo ottenuto l’inserimento di un emendamento per promuovere mobilità sostenibile, ciclismo ed escursionismo, ma vigileremo che tali azioni vengano effettivamente applicate.