ADDIO CHIURLOTTELLO! NEL 2024 ABBIAMO PERSO PER SEMPRE UNA SPECIE EUROPEA UNICA

La recente estinzione del Chiurlottello ha suscitato tristezza e rabbia tra le comunità ornitologiche e ambientaliste.
Una pubblicazione di BirdLife International, Naturalis Biodiversity Center è stata dichiarata l’estinzione del Chiurlottello, un uccello migratore costiero che un tempo si riproduceva nella Siberia occidentale e svernava nel Mediterraneo. Si tratta della prima estinzione globale di una specie di avifauna dall’Europa continentale.
Sebbene il destino della specie fosse segnato da tempo, la conferma ufficiale è arrivata solo ora. Le cause dell’estinzione sono complesse, ma l’impatto umano, come la distruzione degli habitat e la caccia, ha giocato un ruolo cruciale.
Ricordo quando nel 1995, nominato ausiliario di Polizia giudiziaria dal Corpo Forestale dello Stato assieme ad altre Guardie volontarie del WWF, partecipai ad una perquisizione domiciliare a San Michele di Piave, frazione di Cimadolmo in provincia di Treviso, riuscii a vedere per la prima e ultima volta un esemplare di Chiurlottello!
Purtroppo era imbalsamato assieme a centinaia di altri uccelli molto rari uccidi illegalmente a colpi di fucile da caccia.
Il bracconaggio a specie rare, ben mimetizzato tra chi esercita la caccia, è una piaga tutta italiana, più una specie è rara più vale migliaia di euro e più è cacciata!
Considero la caccia uno dei principali fattori della messa a rischio di specie di fauna sia protette che cacciabili, perciò sono convinto che andrebbe abolita al più presto.
Come dice l’amico Danilo Selvaggi della Lipu, possiamo parlare di “coscienza infelice” che descrive il dolore e la frustrazione per la perdita di una specie, riflettendo un fallimento umano. È essenziale evitare che questa frustrazione si trasformi in rassegnazione, continuando a lottare per la conservazione e la biodiversità.
Unisciti a chi promuove azioni concrete per prevenire ulteriori estinzioni.
Addio Chiurlottello!
Immagine: Chiurlottello, da “The Birds of Europe”, Plate 61, Volume 4, di Elizabeth Gould e Edward Lear (1830 circa).
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