La situazione è paradossale: il Consiglio dei Ministri ha scelto di non impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge regionale sui capanni da caccia pur presentando gravi profili di incostituzionalità, come evidenziato dal Ministero della Cultura.
Dopo l’approvazione della legge avevo mandato un dettagliato esposto ai vari Ministeri, i contenuti del quale, sono stati fatti propri dal Ministero della Cultura e Paesaggio.
Questa scelta lascerà anche i cacciatori stessi esposti a procedimenti penali, data l’alta probabilità che un giudice dichiari la normativa illegittima, come già accaduto per il Piano Faunistico Venatorio regionale.
L’aspetto più grave, però, è che ancora una volta il Governo Meloni dimostra un chiaro disprezzo per le leggi sulla tutela del patrimonio ambientale e paesaggistico, in perfetta sintonia con la Giunta Zaia, del resto, che ha approvato questa legge.
La legge in questione, infatti, permette ai cacciatori da capanno di tagliare alberi, eliminare flora e fare movimenti di terra persino in zone vincolate, senza alcuna autorizzazione laddove sarebbe necessario il parere vincolante del Ministero della Cultura, come ha sottolineato anche la Soprintendenza Archeologica di Verona, Rovigo e Vicenza.
Inoltre, in caso di violazione della normativa statale sulla salvaguardia e tutela del paesaggio, che lo Stato punisce penalmente, la Regione prevede esclusivamente una sanzione amministrativa.
Questa legge regionale fa acqua da tutte le parti dal punto vista costituzionale ma, evidentemente, il Governo Meloni se ne frega.
Al presidente Zaia e all’assessore regionale alla caccia, assieme al collega Masolo, ho chiesto come intendano far rispettare il dettato costituzionale, date le importanti criticità tuttora non sanate, ma evidenziate dalle istituzioni nazionali competenti.