I NUOVI REGOLAMENTI REGIONALI SULL’ IMPATTO AMBIETALE: VIA, VAS, VINCA, AIA, MINACCIANO LA TRASPARENZA E LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI

Nei giorni scorsi in Commissione Ambiente si è persa l’opportunità per garantire la trasparenza e la partecipazione dei cittadini sulle questioni ambientali. Sono stati infatti approvati i nuovi regolamenti per le valutazioni di impatto ambientale (VIA, VAS, Vinca, AIA), scegliendo di fare passi indietro anziché promuovere il coinvolgimento della società civile.

Non si è svolta nessuna audizione diretta dei soggetti interessati, ma solo richieste di contributi scritti a 107 soggetti dei quali hanno dato riscontro solo il 15%, realtà ben strutturate come enti pubblici, ordini professionali e associazioni industriali.

L’aver negato il confronto diretto ha creato un ostacolo per molte realtà minori ma fondamentali nell’approfondimento delle questioni ambientali, come le associazioni ambientaliste, escluse ed ignorate da questo processo, contravvenendo allo Statuto della Regione e al Regolamento del Consiglio che prevedono il coinvolgimento del pubblico e delle varie componenti della società veneta.

Il nuovo regolamento approvato sulla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) prevede che la cosiddetta “inchiesta pubblica”, ora definita “audizione in contraddittorio”, sarà possibile solo se richiesta dai sindaci, togliendo questa facoltà finora consentita anche alle associazioni di tutela ambientale e associazioni sindacali.

Ritengo grave questo passo indietro considerato che la VIA viene attuata nel caso di progetti di grande importanza per ambiente e salute come discariche, inceneritori, cave, superstrade, ferrovie, elettrodotti e via dicendo, che interessano moltissimi cittadini e lavoratori.

E non finisce qui: è stata eliminata anche la norma che evitava di presentare i progetti in agosto, un periodo in cui la partecipazione è minima. A ciò si aggiunge il rifiuto della mia proposta di un portale per i progetti sottoposti all’Autorizzazione Integrata Ambientale, già realtà in altre regioni come l’Emilia-Romagna e l’Umbria, che avrebbe permesso una reale trasparenza sui progetti impattanti.

Il regolamento della Vinca, pur facendo finalmente ordine su procedure e competenze, prevede troppe esclusioni di questo procedimento, con semplificazioni e standardizzazioni che vanno a ridurre le possibilità di approfondimenti seri attorno ad interventi che hanno effetti negativi sui siti della Rete Natura 2000.

Ridurre i controlli e limitare il confronto rischia di agevolare gli interessi di pochi a scapito della tutela del nostro territorio e della salute dei cittadini, favorendo processi decisionali opachi e inaccessibili a grave danno dell’ambiente e della biodiversità.

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