Lunedì 17 marzo, alle 20.45, presso la Sala civica di Palazzo di Vetro in via Matteotti a Legnago (VR), l’eurodeputato PD Andrea Zanoni interverrà al convegno, organizzato da Legambiente, dal titolo “I PFAS nella nostra acqua? Questa non la beviamo!”. «La nostra salute e la qualità della nostra vita dipende anche dalla salubrità delle acque. È necessario iniziare a salvaguardare le falde e i numerosi corsi d’acqua, rispettando tutti i diktat della Direttiva quadro sulle Acque e smettere di pensare che siano discariche a cielo aperto. Solo in questo modo potremo assicurare un futuro ai nostri figli».
Lunedì 17 marzo 2014, alle 20.45, presso la Sala civica di Palazzo di Vetro in via Matteotti a Legnago (VR), l’eurodeputato PD Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, interverrà al convegno “I PFAS nella nostra acqua? Questa non la beviamo!” organizzato da Legambiente.
Alla serata, moderata da Donatella Ramorino Consigliere comunale di Liberinsieme, oltre a Zanoni, interverrà il Presidente della Sezione di Vicenza dell’Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia, Dottor Vincenzo Cordiano.
«Una campagna di misurazioni dei pozzi condotta in tutta Italia dall’Istituto di Ricerca sulle Acque (IRSA) ha rilevato la contaminazione da sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS) nelle acque potabili di circa trenta comuni del Veneto, principalmente in 13 comuni del veronese, nella zona ovest della provincia di Vicenza e nella provincia di Padova – ha spiegato Zanoni – L’incontro sarà l’occasione per cercare di dare risposte alle domande che i cittadini si pongono. Cercheremo di spiegare quale futuro aspetta le nostre falde se continueremo a non rispettare le normative europee e, attraverso il lavoro portato avanti in Europa a suon di interrogazioni e proposte, illustrerò la risposta dell’UE per la tutela delle nostre acque».
Dopo aver rilevato una serie di problemi in occasione dei controlli sull’applicazione della Direttiva Acque effettuati nel 2009, già a maggio 2010 la Commissione aveva inviato all’Italia una lettera di costituzione in mora, cui ha fatto seguito un parere motivato nel marzo 2012. Benché molti dei problemi allora rilevati siano stati nel frattempo risolti, il 24 gennaio 2014, la Commissione europea ha trasmesso all’Italia un parere motivato complementare sui requisiti minimi in base ai quali i programmi devono riguardare le fonti diffuse che possono provocare un inquinamento delle acque e sulle misure di prevenzione o controllo dell’immissione di inquinanti (Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE). Se l’Italia non si conformerà alla Direttiva potrà essere deferita alla Corte di giustizia dell’Ue.
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