ANDREA

ZANONI

Consigliere Regionale

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Veleni nel cemento di case e luoghi di lavoro

Andrea Zanoni (IdV) chiede alla Commissione europea una verifica di cosa viene bruciato nei cementifici e cosa finisce nei prodotti finali. “Nei cementi con i quali si costruiscono i nostri luoghi di vita, casa e lavoro, finisce di tutto. In ballo c’è la salute di tutti noi

 

Nei cementifici si brucia di tutto e perciò nei cementi finisce di tutto, comprese sostanze dannose per la nostra salute”. È la denuncia di Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV e membro della commissione ENVI Ambiente, Salute pubblica e Sicurezza alimentare, che ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea “avviare verifiche sulla compatibilità dell’utilizzo di questi cementi nella costruzione di ambienti di vita e lavoro per garantire la massima tutela della salute umana”. “Quello che fa più paura è che queste sostanze tossico-nocive e pericolose, che dovrebbero essere smaltite in discariche speciali, vanno invece a finire nelle abitazioni civili”.

 

Il problema centrale è che in Italia i cementifici sono autorizzati a bruciare rifiuti di svariate tipologie e utilizzano diversi tipi di ceneri nell’impasto del prodotto finito”, attacca Zanoni. Tra il materiale incenerito per produrre energia, troviamo rifiuti come quelli urbani, farine e grassi animali, plastiche, gomme, pneumatici usati, fanghi da depurazione e rifiuti pericolosi come oli usati, emulsioni oleose, solventi non clorurati. Una volta inceneriti, finiscono nell’impasto finale del cemento. Inoltre tra i materiali utilizzati direttamente come ingredienti troviamo innumerevoli rifiuti derivanti da impianti di combustione (ceneri), da impianti siderurgici (scorie, terre di fonderia, polveri, fanghi) e dall’industria chimica (gessi, fanghi, ecc.).

 

Con questo cemento vengono costruiti i nostri ambienti di vita e di lavoro, come abitazioni, uffici, fabbriche, scuole, ospedali, e così via. Il tutto senza particolari verifiche sull’impatto sulla salute delle persone che ne vengono a contatto e senza alcuna informazione ai consumatori”, aggiunge l’Eurodeputato, che per questo ha chiesto alla Commissione europea verifiche sull’attività dei cementifici e una maggiore informazione ai cittadini sulla composizione chimica e fisica del cemento usato nei luoghi in cui vivono o lavorano.

 

Si tratta di un concreto anche se invisibile rischio per la nostra salute sul quale l’Unione europea deve intervenire”, conclude Zanoni, che ricorda a titolo di esempio un recente caso avvenuto a Musestre (frazione del comune di Roncade in provincia di Treviso) dove una cittadina, per un contenzioso legale contro un fornitore e un produttore di cemento, ha fatto eseguire cinque perizie sulla propria abitazione che hanno messo in evidenza che nel cemento utilizzato erano presenti ceneri, diossine e metalli pesanti.

 

Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni

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