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Sopralluogo di Zanoni alla discarica Vianelle di Marano (VI)

In attesa del ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione della Provincia, Zanoni denuncia i gravi rischi per la salute e per la falda acquifera durante l’incontro in Municipio a Marano Vicentino con i comitati locali e l’assessore all’ambiente del Comune.

 

Il 30 aprile scorso la Provincia di Vicenza ha autorizzato il conferimento di rifiuti speciali nell’ex cava Vianelle a Marano Vicentino (VI). Il provvedimento di concessione prevede l’ampliamento della tipologia di rifiuti che possono essere portati all’interno dell’area. Il sito ha un volume potenziale residuo di tre milioni 138 mila metri cubi.

 

Sotto l’area autorizzata dalla Provincia è presente una importantissima falda acquifera, fonte di approvvigionamento idrico per 26 Comuni vicentini e padovani con un bacino di 800 mila abitanti. Il sindaco di Marano Vicentino, seguito da quello di Thiene, ha annunciato ricorso al Consiglio di Stato, supportato da un documento sottoscritto da tutti i Comuni interessati dalla falda.

 

Il Commissario della Provincia, Attilio Scheneck, ha più volte ribadito che non esiste rischio per la salute. Una versione smentita dal geologo che ha effettuato la perizia commissionata e resa pubblica dal Comune di Marano.

La discarica di rifiuti sorgerebbe su un terreno ghiaioso e la falda acquifera sarebbe a soli 80 metri di profondità, mentre la cava è profonda 25 metri.

 

Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV e membro della Commissione ENVI Ambiente Salute pubblica e Sicurezza alimentare, ha incontrato Stefano Zambon presidente del Movimento Salvaguardia Ambiente di Marano Vicentino e l’Assessore all’Ambiente di Marano, Luca Francesco.

 

Zanoni ha dichiarato: «Ho consegnato all’assessore all’ambiente della documentazione tecnica su alcune tipologie di rifiuti autorizzata dalla Provincia che, a seconda della concentrazione di inquinanti, possono passare da inerti a speciali o addirittura a pericolosi. Sono rifiuti che comportano un grave rischio per la falda acquifera in caso di rottura delle guaine di contenimento del percolato. Ci sono innumerevoli casi di contaminazione della falda acquifera grazie alla rottura delle guaine di contenimento che, dopo alcuni anni, si sono rotte facendo fuoriuscire il percolato direttamente dentro la falda acquifera, causando ingentissimi danni e portando alla chiusura di migliaia di pozzi di privati. Continuerò a monitorare l’evolversi della situazione al fianco dei cittadini».

 

 

Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni

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